Rock Impressions

Diamante - Ad Vitam Reditus DIAMANTE - Ad Vitam Reditus
Atomic Stuff
Distribuzione italiana: Andromeda
Genere: Heavy Rock / Prog
Support: 2CD - 2014


Band bresciana con circa vent’anni di storia, approdano al terzo album dopo la dolorosa scomparsa del tastierista Nicola Zanoni. Per il gruppo non è stato facile ripartire, più per motivi umani che artistici, ma anche su impulso della famiglia di Nicola, il gruppo ha trovato la forza di risorgere come la fenice illustrata in copertina. Poi anche il titolo dell’album testimonia la volontà della band di portare avanti la propria tradizione. Ecco quindi questo disco che contiene in sé più di un significato.

Il gruppo negli anni ha proposto musiche tra il prog e l’hard rock, con un buon tasso tecnico e con l’amore tipico italiano per le belle costruzioni armoniche. Questo nuovo album si inserisce nella tradizione del gruppo, con un orientamento più heavy rock. Si parte con l’ironica “Il Pagliaccio”, l’heavy rock è subito in grande evidenza, quasi ai limiti del pomp metal, il cantato in italiano è integrato piuttosto bene col tessuto musicale, buona la potenza e anche la voglia di proporre qualcosa di non banale. “Vedi Fratello” è un vecchio brano riarrangiato in chiave più dura, per accompagnare la tematica profonda del testo, che parla dei campi di concentramento, con un finale da brividi che per certi versi mi ha ricordato un altro grande brano di denuncia “Child in Time”. Molto divertente la resa metallica della ballata medievale “Ballo in Fa# Minore” riportata alla luce da Branduardi. Come non pensare ai Deep Purple con l’entrata dell’organo in “Io Sono… e Sarò”, ma la band introduce un ritmo in terzine molto ficcante, davvero un bel brano. “Respirare Te” ha proprio un bel giro, tra prog e heavy metal, ancora piace la resa dell’italiano, che è sempre stato difficile da addomesticare alle regole del rock. Molto piacevole la ballata elettrica “Profumo d’Oriente”, anche se è uno degli episodi meno personali del disco. “Non Resisto” propone una tematica scottante, ma anche molto profonda, la relazione tra amore e sesso, che non è per nulla scontata e mi piace la chiave di lettura proposta dalla band. “Gloria” è una canzone a sfondo religioso, il gruppo riesce a trattare tematiche profonde in un contesto molto credibile, ancora una volta bravi. Chiude l’anthemica “La Ballata del Buon Vino” dal sapore medievale, che aggiunge un pizzico di sana gogliardia al disco.

È un bene che una band così abbia trovato la forza di proseguire il proprio cammino, spesso il destino di un gruppo è appeso ad un filo, ora sta a noi contribuire a mantenere viva la loro fiamma. GB
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Un uccello di fuoco descrive al meglio ciò che sentono i Diamante e cosa vogliono rappresentare oggi per il mondo Hard Rock. La loro carriera musicale è annosa, si formano a Brescia nel 1994 mentre la discografia racchiude tre album, il primo ”Riflesso” del 2000, “Diamante” del 2007 e questo ritorno dal titolo “Ad Vitam Reditus”. Una terribile disgrazia priva la band nel 2011 del tastierista Nicola Zanoni, da qui la difficile scelta e la forza di unirsi ed andare avanti.

Il gruppo ad oggi formato da Nicola Sala (voce, basso), Claudio “Caio” Alloisio (batteria, cori), Michele “volpe” Spinoni (chitarra e cori) ed Alan Garda (organo Hammond, tastiere e cori, prosegue imperterrito il proprio cammino stilistico dedito ad un Hard Rock dal sapore anni ’70, quando gruppi come Deep Purple ed Uriah Heep si intersecano con il Prog italiano di Biglietto Per L’Inferno ed Il Rovescio Della Medaglia. Lo stile è dunque impegnativo anche per chi lo propone, in quanto la tecnica ricopre un ruolo quantomeno importante, ma ciò che sa rendere emotivamente è davvero forte.

“Ad Vitam Reditus” è composto da nove brani, fra canzoni edite anche nel precedente album, come nel caso di “Vedi Fratello”, qui riproposto in veste più Hard per sottolineare al meglio le forti tematiche dei campi di concentramento, e cover come la ballata portata al successo da Angelo Branduardi “Ballo In Fa Diesis Minore”.

Andando per ordine, l’album si apre con “Il Pagliaccio”, comportamento burlone nei confronti della vita. Vigoroso e dalle sonorità bene orecchiabili, mostra una band che vuole farsi ascoltare con attenzione, in quanto consapevole dei propri mezzi. Di certo servono anni di gavetta per riuscire a smussare certi angoli. Uno dei pezzi che ho apprezzato di più è “Io Sono…E Sarò”, riff tagliente, Hammond, ritmo trascinante, tutti ingredienti che fanno dell’Hard Rock un genere intramontabile.
Non da meno “Respirare Te”, solo un annotazione per certi volumi di suono, non sempre equilibrati.

Non esulano frangenti pacati, molto bello l’intro di piano in “Profumo D’Oriente”, così come sono buoni gli arrangiamenti. Un breve viaggio nella Mille e una Notte. Con “Non Resisto” trattano di differenza fra amore e sesso, i Diamante suonano bene e le chitarre si fanno apprezzare per i gradevoli assolo. La voce di Sala spesso è buona interprete. Ma il brano che più ho apprezzato, per corposità e struttura è “Gloria”, decisamente più Prog Rock e riflessivo, qui la band sa fare qualcosa in più, anche a livello lirico. Il disco si chiude con un divertente saltello medievale dal titolo “Ballata Del Buon Vino”.

I Diamante sono una realtà italiana che sa divertirsi e divertire, senza troppi ed inutili orpelli, una formazione sicuramente da seguire e questo lo dico soprattutto a chi ama l’Hard Rock orecchiabile. MS



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