Questo titolo
raccoglie le ristampe dei due album in studio dei bresciani, più
precisamente di Ghedi, Duty Free Area, con l’aggiunta di alcune
bonus tracks. Il primo album Lavori in Corso uscì nel 1996
per la Scolopendra Records e il secondo omonimo fu pubblicato dalla
Mellow Records nel 1999. Poi la Moonjune raccolse il testimone e pubblicò
Work in Progress Live che immortalava l’esibizione dei nostri
al prestigioso Nearfest del 2000. Oggi ecco che sempre l’etichetta
newyorkese ci presenta queste due curate ristampe. Inoltre nel 2008
i DFA inizieranno a registrare il prossimo album in studio.
Il nome di questa band non è molto noto eppure sono stati chiamati
a suonare in alcuni dei più importanti festival internazionali
di prog, confermandosi come uno fra i gruppi più interessanti
del nostro panorama underground. La musica dei DFA non è di
quelle più accessibili, si tratta di un jazz rock energico
e ricco di sfumature, fra Canterbury e partiture di Crimsoniana memoria,
con qualche spunto derivante anche dai Gentle Giant, un sound complesso
e ardito, che richiede un ascolto attento e partecipato.
Il primo cd contiene ovviemente il primo album, lo stile del gruppo
appare chiaro fin dalle note iniziali di “Work Machine”,
il jazz rock investe l’ascoltatore con forza. Ottimi duelli
fra chitarra e tastiere, mentre la sezione ritmica fa faville, con
delle ritmiche veramente ardite. Il cantato in italiano del batterista
Alberto De Grandis non è proprio scorrevole e soffre del male
che ha colpito tante formazioni prog in tricolore, fortunatamente
ci sono delle sezioni strumentali molto ampie. Certe partiture sono
da manuale e sono convinto che molti amanti del progressive classico
le troveranno incantevoli. “Collage” è un altro
classico del gruppo, la chitarra di Silvio Minella ricama dei fraseggi
molto gustosi, anche se la parte più corposa la svolge il tastierista
Alberto Bonomi. Bella agressiva è “Pantera”, del
resto con un titolo così… ancora in bella mostra le notevoli
doti tecniche del gruppo, che è comunque capace anche di esprimere
atmosfere più pacate e riflessive come nel seguito “Pantera
– La Sua Anima”, dominata da un flauto magico. Ma ogni
pezzo merita di essere ascoltato. La bonus è la versione live
del brano di apertura registrata nel 2003, il tempo ha reso ancora
migliore il brano che risulta più maturo e convincente. Ancora
una volta a non brillare è la voce.
Il secondo cd si apre con “Escher”, fra psichedelia e
rumorismo jazz, poi subentra la batteria è il tutto diventa
più strutturato, un susseguirsi di cambi di tempo e di partiture
decisamente intricate. Si sente che rispetto all’esordio il
gruppo è cresciuto, anche se lo stile rimane ben riconoscibile.
A seguire troviamo “Caleidoscopio”, quasi una parafrasi
del concept artistico di questi artisti, non a caso usato anche per
dare il titolo a questa riedizione. Anche l’incisione è
migliore il che permette di apprezzare meglio il lavoro dei DFA. Senza
volermi perderdere in un noioso track by track dico solo che ogni
brano si incastra a perfezione con gli altri dando vita ad un affresco
musicale di grande spessore. Le bonus sono altri due brani dal vivo,
sempre estratti dal primo album, “Space Ace Man” e “Collage”.
All’estero si sono già accorti di questi musicisti, mentre
in Italia sembra che siano davvero in pochi a conoscerli, forse è
vero che nessuno è profeta in patria, ma speriamo che questa
sia l’occasione giusta per mettere le cose a posto, questi ragazzi
se lo meritano, perché fanno della grande musica e sono un
motivo di orgoglio per tutti noi. GB
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