Rock Impressions

Demians - Building on Empire DEMIANS - Building on Empire
Inside Out
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2008

L’instancabile Inside Out sembra aver messo le mani su un’altra formazione potenzialmente molto valida, questi francesi Demians sono al debutto discografico, ma nienetemeno che il signor Steven Wilson (leader dei Porcupine Tree) è rimasto molto colpito dall’ascolto dell’album e ha speso delle parole che definire incoraggianti è poco: “One of the most assured and accomplished debut albums I’ve ever heard, the textures and dynamics within the music are breathtaking. A must for everyone that appreciates the art of epic and ambitious 21st century rock music”. Del resto la musica di questi nuovi arrivati si è sicuramente ispirata a quella dei PT e dei Pink Floyd, anche se il sound è al passo coi tempi e spesso è anche molto duro.

Le sorti del gruppo sono guidate Nicolas Chapel (voce e chitarra) che ha composto tutte le musiche e i testi. Il primo brano “The Perfect Symmetry” (chissà perché mi ricorda i Fates Warning) apre con un giro di chitarra mellifluo e sussurrato, molto onirico, un modo molto coraggioso di aprire un album, poi man mano l’intensità del pezzo cresce e diventa sempre più ruvido e caustico, una forma di metal spirituale vicino a formazioni come i POS di Be. Verso metà pezzo le progressioni assumono un aspetto metallico e molto drammatico, anche piuttosto oscuro. Davvero un brano che colpisce per la sua intensità. “Shine” parte con un arpeggio acustico insolito, incantevole nella sua serena malinconia, un’altra conferma della personalità di questi artisti. Poi anche questo brano svolta verso un metal complesso e impegnativo. “Sapphire” ha un inizio spettrale, con atmosfere sospese, poi il tutto assume dei connotati post rock e post grunge, con ritmiche complesse e articolate, la modernità che si sposa con un prog moderno e coinvolgente. “Naive” è più diretta e concisa dei brani precedenti, arriva prima al sodo col suo metal venato di partiture acustiche e aperture melodiche, costruite su ritmiche intense e complesse, ancora un’altra bella prova di carattere. Di grande interesse è anche l’intimista “Unspoken”, dopo di che le idee iniziano un po’ a ripetersi, buona anche “Temple”, ma “Empire” mi è sembrata un tantino soporifera. La chiusura del cd è affidata alla lunga e complessa “Sand” che riporta il disco ai fasti iniziali e chiude in modo molto brillante questo piccolo gioiello.

I Demians sono una band da tenere sott’occhio, perché con questo debutto hanno già dimostrato di poter competere coi grandi del genere e se sono stati così bravi con il primo disco, chissà quando saranno più esperti e maturi. Segnatevi questo nome! GB


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