Rock Impressions

Dead Soul Tribe - A Lullaby For The Devil DEAD SOUL TRIBE - A Lullaby For the Devil
Inside Out
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2007

Tornano I Dead Soul Tribe, spegnete le luci, mettete le cuffie ed alzate il volume! Le intenzioni dei ragazzi sono bellicose e senza perdite di tempo andiamo a vedere cosa ci propina il cd.

Iniziamo con suoni oscuri che ci circondano, quasi al limite del destabilizzante. Tutto intorno a noi gira, comprese le voci che più che cantare ci sussurrano alle orecchie storie di distruzione. La polvere sembra posarsi e fra le sue nuvole ecco fuoriuscire “Goodby City Life”. Greve, seriosa, un monito per l’umanità con dei squarci di luminosità dati dai tasti d’avorio e dal cantato etereo, in parole povere un esempio di Metal Progressive, quello arricchito di importante personalità.
Agita e destabilizza la voce di Devon Graves, gioca con il nostro umore e ha anche il coraggio di carezzarci con un dolce flauto… quello del diavolo.

Il songwriting è d’effetto, di quelli che raramente si incontrano in questo ambito, si sa, di solito si seguono i Dream Theater, come si permettono questi ragazzi a profanare la normalità delle cose? Sacrilegio, In tutto il disco non ci sono brani riempitivi, l’attenzione è sempre alta, così come la prova al microfono di Graves.
La musica non dovrebbe avere etichette, queste sono solo dei paletti per determinare le zone di competizione, ma quando si incontra una band come i Dead Soul Tribe tutto è relativo e diventa ancora più inutile e banale.

Siete ancora al buio con le cuffie? Allora noterete che l’oscurità non è poi così malvagia, in essa si aggirano sensazioni che con la luce non si vedono, i Dead Soul Tribe sanno come descriverle. Non si cade mai nella banalità delle cose, la produzione poi è più che discreta, autentico evidenziatore dei brani.

Non c’è da esitare nell’acquisto, a meno che il Metal Progressive non vi interessi affatto. Dimenticavo, “A Stairway To Nowhere” sembra stata scritta dai Porcupine Tree… chiaro no? Che paradosso, la musica del diavolo mi manda in paradiso. MS

Altre recensioni: The January Tree; The Dead Word


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