David
Benson viene dagli States e nel suo piccolo ha una fama piuttosto
singolare, è considerato l’Ozzy Osbourne del metal cristiano!
Vi sembrerà forse folle come cosa, ma la sua voce è
praticamente uguale a quella del Madman, se aggiungete poi che il
suo territorio musicale preferito è il doom, allora potrete
capire come mai un simile paragone. I Dbeality sono il suo progetto
principale, ma ha dato alle stampe anche un disco solista e in passato
deve aver contribuito ad altri dischi, ma non sono riuscito ancora
a sapere quali. Nel mentre sta per uscire il seguito di questo primo
lavoro che nascerà sotto l’ala sicura di Neil Kernon
(che ha prodotto artisti del calibro di Queensryche, Dokken, Kansas
e altri).
Al fianco di Benson troviamo un personaggio abbastanza noto, tale
Robert Sweet, batterista e fondatore degli Stryper insieme al più
noto fratello Michael (che degli Stryper è il cantante e chitarrista
ritmico), la più famosa heavy metal band cristiana. Poi troviamo
Dale Greer che si occupa di chitarra e basso, metre David si limita
al canto. Sweet ha anche prodotto questo album e partecipa anche alla
realizzazione del nuovo che sta per uscire.
Certo per qualcuno sembrerà strano trovare un artista dichiaratamente
schierato sul fronte del metal cristiano, che imita Ozzy, che molti
associano al diavolo, e che fa musica doom, che per i non addetti
è un genere molto tenebroso e che spesso tratta tematiche piuttosto
particolari, ma in realtà non c’è nessuna contraddizione,
ci sono dei precedenti illustri nei Trouble (che però non hanno
mai fatto parte del circuito cristiano a pieno titolo). Come dicevamo
il nostro fa metal oscuro, di chiara matrice Sabbatiana, le dieci
canzoni che compongono questo album omonimo sono rette da un chitarristmo
ossessivo e penetrante, le atmosfere sono plumbee, particolarmente
malinconiche, anche se i ritmi non sono rallentati come nella maggior
parte dei gruppi del genere. La somiglianza con Mr Osbourne ha dell’incredibile,
a volte sembra davvero che possa uscire con le sue goffe movenze sulle
note di questo album, ma ovviamente è proprio David che non
nasconde la sua ammirazione artistica per il celebre quartetto di
Birmingham, che emerge con prepotenza da ogni solco del cd. Ma il
nostro ci sa davvero fare e riesce ad essere sempre convincente, anche
se ovviamente l’originalità latita. Tutto l’album
è molto ben realizzato, il ritmo del disco non subisce cali
d’ispirazione e ci accompagna con mano sicura in questi territori
pervasi dall’oscurità, ma sui quali il nostro ha composto
dei versi pieni di luce e di speranza.
David Benson è un personaggio davvero singolare, ma quello
che conta davvero è che fa dell’ottimo doom metal, certo
il suo operato si presta ad molte critiche, più o meno ovvie
e scontate, ma se si ascolta questo disco senza pregiudizi si sentirà
della gran buona musica, fatta con grande sincerità e passione,
provare per credere. GB
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