Rock Impressions
 

INTERVISTA AI DARK SANCTUARY (versione inglese)
di Giancarlo Bolther

Risponde S.Cyr (bass/drums)

Per iniziare vuoi raccontarci a grandi linee la storia del vostro gruppo?
Il nostro gruppo è partito come progetto one-man di Arkdae. Nel 1996 ha inciso il primo demo seguito da un mini cd con Ermia che all’epoca figurava solo come ospite. Dopo la realizzazione di questo mini cd Arkdae chiese a Ermia, Hylgaryss e me (S.Cyr) di formare una vera e propria band.
Proprio prima di iniziare le registrazioni del nostro primo album Eliane è entrata in formazione in qualità di vilinista. In seguito si è aggregata Marguerite prima delle registrazioni del nostro secondo album (De Lumière et d’Obscurité). Nello stesso periodo Ermia lasciò il gruppo e al suo posto entrò Dame Pandora circa un anno dopo, con lei abbiamo registrato il nostro terzo album (L'être Las-l'Envers du Mirroir) e quello nuovo (Les Mémoires Bléssées).

Quali sono le principali differenze fra i vostri quattro albums?
Principalmente il sound. Secondo me la musica che componiamo è rimasta sostanzialmente la stessa in tutti questi anni, ma per gli ultimi due dischi abbiamo cercato di lavorare moltissimo sui suoni e sulla produzione.

Ci puoi raccontare qualcosa di più sui brani e sulla realizzazione del nuovo album?
Trovo difficile risponedere con precisione a questa domanda per quanto riguarda la composizione dei brani che compongono il nuovo album. Quando abbiamo realizzato il nostro terzo lavoro volevamo fare un doppio album, ma poi alla fine abbiamo optato per un singolo, così avevamo molte canzoni e abbiamo lavorato su quelle che ci piacevano di più.
Abbiamo registrato il disco in due settimane e ci sono voluti altri otto giorni per completare i missaggi. Per realizzare il disco siamo tornati in Germania allo Studio E (Empyrium Studio) ed è stato un vero piacere poter tornare a lavorare in quel paese con le stesse persone. Eravamo lontani da casa in una piccola cittadina tranquilla, ci sembrava di essere in vacanza e penso che questo sia il modo migliore per affrontare le registrazioni di un album.

Cosa significa il titolo del nuovo album? C’è un concept sottostante?
Il titolo significa letteralmente “Ricordi dolorosi” ed è piuttosto esplicito, non ha significati nascosti. Non si tratta di un concept nel senso che c’è una storia unica che lega i brani, ma ogni membro della band ha scritto i pezzi basandosi sui propri ricordi tristi e in questo senso si può parlare di concept.

Titoli come "L'Adieu à l'Enfant", "Laissez Moi Mourir", "L'Instant Funèbre" sono davvero molto gloomy, cosa volete esprimere al vostro pubblico?
Il nostro messaggio è che tutti dobbiamo morire. I nostri pezzi sono pieni di dolore, di tristezza, di paura e questo è quello che cerchiamo di comunicare ai nostri ascoltatori.

Che tipo di responso avete alla vostra musica?
Devo dire che il responso fino ad oggi è stato positivo, sembra che la nostra musica piaccia. Fino ad oggi non ci hanno mai tirato dei pomodori.

Il vostro disco è veramente particolare, ma voi state cercando di ottenere un risultato estetico e spirituale?
Noi abbiamo sempre cercato un risultato estetico che fosse il più bello possibile. Per noi è fondamentale fare del nostro meglio per ottenere questo scopo e questo sia per quanto riguarda la musica che per quanto riguarda l’artwork dei nostri albums.

Quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzato?
Allora, per quanto riguarda le registrazioni iniziali, mi riferisco al demo e al mini cd, probabilmente le influenze maggiori vanno ricercate fra i primi lavori di Mortiis, il primo album degli Elend e altri gruppi del catalogo della Cold Meat Industry prima del ’97. Poi, essendo diventati un vero gruppo le influenze si sono diversificate. Fin dal primo album la nostra musica ha assunto atmosfere diverse a seguito dei vari gusti personali dei membri del gruppo, che spaziavano dalla musica medioevale a quella classica al folk tradizionale. In effetti penso che non ci sia nessun altro gruppo che suona una musica come la nostra. Siamo molto diversi fra di noi e questo ci influenza a vicenda, grazie a questo si generano il particolare sound e le atmosfere dei nostri dischi.

Si può descrivere la vostra musica come un mix fra il gothic atmosferico e il doom?
Il doom? A dire il vero non mi sembra, però tutti noi ascoltiamo abitualmente molti gruppi che fanno doom metal! D’altra parte spesso non siamo considerati un gruppo “gothic” dagli appassionati del genere. Inoltre ascolto molti cd sampler di gruppi gothic e non ho mai trovato dei gruppi che fanno della musica che assomiglia a quella che suoniamo noi!!
Penso che la nostra musica possa essere definita come “Dark Ambient” con heavenly voices, ma la mia definizione preferita è “Inni Funebri”!
Per noi è sempre stato un problema rispondere alla domanda che spesso ci rivolge la gente “Che tipo di musica suonate?”... Spesso, infatti, rispondiamo “Non lo so!”

Avete una filosofia di vita? La vostra visione del mondo è...
Wow... la mia visione del mondo è decisamente pessimista. Abito e mi piace stare lontano dalle grandi città, lontano dalla gente. La mia filosofia è la “solitudine” e le persone sono mie “nemiche”. Comunque questo è solo il mio punto di vista, ci sono altre persone nel gruppo che la pensano diversamente da me.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Vogliamo suonare la stessa musica senza doverci preoccupare di quello che può pensare la gente, indifferenti ai cambiamenti del tempo e delle mode. Vogliamo registrare un altro disco e ci piacerebbe fare anche un video live, niente di particolarmente “nuovo”. Non ci stiamo predisponendo a dei cambiamenti, così la nostra maggiore speranza è di poter continuare a registrare la nostra musica e di poterla diffondere alle anime tristi.

Per chiudere volete esprimere un saluto ai vostri fans?
Abbiamo cercato di organizzare una data in Italia, ma sembra che ci siano dei problemi con il posto. Comunque speriamo di poter venire molto presto. Vi ringraziamo per il vostro sostegno! You definitely rule!! Piangete per i Dark Sanctuary.

GB

Recensioni: Les Mémoires Blesseés; Exaudi Vocem Meam part.1


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