| C’è bisogno del Rock, ce n’è bisogno come 
            l’aria. Quante volte invece sentiamo dire che il Rock è 
            morto? Niente di più sbagliato, siamo noi morti nella mente 
            che non accettiamo sviluppi al riguardo e rimaniamo avvinghiati fermamente 
            a quelle canzoni che ci ricordano la nostra bella gioventù 
            o l’amore nei tempi che furono. Per molti il mondo del Rock 
            è finito li, tutto quello che si è evoluto nel tempo 
            non lo si accetta. Per cui, facciamo pace con la mente e cerchiamo 
            invece di capire che la “specie” va avanti e si evolve, 
            volente o nolente il nostro amore passato.
 
 Il Rock non muore mai. Dimostra di saperlo la The C. Zek Band, che 
            sfoggia un parterre di influenze notevole, amalgamate dalla propria 
            personalità. Nel sound si possono riscontrare schegge di Jimi 
            Hendrix, John Coltrane, The Allman Brothers, Pink Floyd e Beatles 
            su tutte, ma molte altre ancora. Sonorità vintage si, ma con 
            caratteristiche proprie, ecco quindi un risultato Soul Blues, contaminato 
            dal Funk Rock.
 
 Sono di Verona e si formano nel 2015 dalle ceneri del trio Almost 
            Blue, grazie ad un idea del chitarrista, cantante e compositore Christian 
            “Zek” Zecchin. La band è completata da Roberta 
            Dalla Valle (voce), Matteo Bertaiola (tastiere), Nicola Rossin (basso) 
            e Andrea Bertassello (batteria).
 
 “Set You Free” è composto da otto canzoni originali 
            e una cover, quella di “Gimme Shelter” dei Rolling Stones. 
            La musica dei The C. Zek Band ha le solide basi del Blues, le esalta 
            con riff diretti e gradevoli, la voce di Roberta Dalla Valle ne è 
            ottima interprete, come nella bellissima canzone iniziale dal titolo 
            “John Corn”. Le tastiere ricoprono un ruolo importante, 
            sia di accompagnamento che da traino. Il profumo dei tempi passati 
            inevitabilmente fuoriesce dalle note, basta ascoltare “I’m 
            So Happy” per averne una chiara idea.
 
 Ma Rock è soprattutto chitarra elettrica, e anche in questo 
            caso ci si può ritenere coperti, essa si esibisce di tanto 
            in tanto in piacevoli assolo. Ma è l’insieme che funziona, 
            la band si dimostra rodata ed interagisce in maniera precisa e professionale. 
            Bella l’interpretazione vocale in “Tell Me”, calda 
            e ricca di energia, uno dei frangenti più alti del disco, poi 
            quell’Hammond… Ed è anche la volta della ballata, 
            qui con il titolo “Kissed Love” dove il piano ricorda 
            un Wright dei tempi passati.
 
 E a proposito di tempi passati, non posso esimermi dal citare il Clapton 
            che fuoriesce in “Set You Free”, e la chitarra sale prepotentemente 
            in cattedra dopo un breve solo di tastiere, dimostrando non solo le 
            doti esecutive di Zek, ma anche l’anima di questa musica senza 
            tempo, e sono brividi.
 
 “Borning Day” è ruffiana ed essenziale, “It 
            Doesn’t Work Like This” ancora di più. L’album 
            si chiude con “Drink With Me”, canzone più lunga 
            con i suoi sette minuti e mezzo ed un andamento Pinkfloydiano che 
            farà la gioia degli amanti del quartetto di Cambridge.
 
 C’è poco altro da dire, un disco per provare non solo 
            belle emozioni, ma anche per capire da dove viene un certo tipo di 
            Rock Blues, perché questo sound ne è davvero un ottimo 
            sunto. Sono certo che girerà spesso nel mio lettore, spero 
            anche nel vostro. MS
 
 |