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            ho visto il nome di questo nuovo gruppo non ho avuto dubbi, si tratta 
            infatti della band di Fran e Antonio Cosmo, Fran è salito agli 
            onori del music biz per aver fatto parte degli Orion the Hunter, una 
            formazione sfortunata, che nel 1984, in cui ha militato anche il grande 
            Barry Goudreau (ex Boston), ha prodotto uno dei miei album preferiti 
            di sempre di AOR. Lo ritroveremo più avanti al fianco di Tom 
            Scholz nei Boston in Walk On (per rimpiazzare l’ugola di Delp 
            temporaneamente negli RTZ) e nell’ultimo Corporate America, 
            in cui fa la sua comparsa anche il fratello Antonio (più noto 
            come Anthony). A completare la formazione ritroviamo anche il bassista 
            Bill Carman (Boston), il chitarrista Mick Brooks e il batterista Pat 
            Orlowski.
 La musica proposta in Alien è un mix molto potente di rock 
            americano retto da grandi melodie, ma con dei suoni finalmente moderni 
            e al passo coi tempi, una specie di evoluzione di quanto di meglio 
            è arrivato dagli states negli ultimi venticinque anni. Non 
            esagero nel dire che sono rimasto folgorato fin dal primo ascolto.
 
 La voce di Fran mi ha accompagnato per così tanto tempo che 
            ritrovarlo è come festeggiare con un vecchio amico, poi ci 
            sono i suoni stupendi di questo album, la lezione dei Boston di Walk 
            On si sente, ma ripeto questo disco ne è l’evoluzione 
            naturale, quello che è mancato a Corporate America. Apre “Communication”, 
            un brano tagliente, grintoso e altamente melodico, dove la melodia 
            è interamente al servizio dell’energia e ci fa capire 
            da dove si parte e dove i fratelli Cosmo vogliono arrivare, sembra 
            un mix di Boston, Led Zeppelin e modern rock. “Don’t Tell 
            Me Your Lies” è il brano di punta del disco, quindi molto 
            radiofonico, ma per niente scontato, alla fine del disco c’è 
            anche la versione acustica, i riffs di chitarra sono potenti e poi 
            ci sono le melodie vocali che abbiamo apprezzato sia negli Orion che 
            nei Boston, una track emozionante, che classe. “No Surprise” 
            è un hard rock americano riveduto e aggiornato coi tempi, ancora 
            emerge il songwriting ispirato di questi musicisti che continuano 
            a sorprenderci. Le track scorrono una dopo l’altra senza un 
            attimo di stanca, un disco tecnicamente perfetto, dove tutto trova 
            una giusta collocazione e dove brilla un sound spettacolare, moderno 
            e tradizionale al tempo stesso. Sono rimasto folgorato da questo Alien 
            e quasi mi dispiace che non sia stampato su vinile, perché 
            lo vorrei mettere al fianco dei grandi dischi del passato, perché 
            in fondo sono ancora affezionato a quel supporto.
 
 I Cosmo con questo disco hanno dimostrato di non aver bisogno ne del 
            genio di Scholz, ne della classe di Goudreau per fare un grande disco, 
            che non esito a definire l’hard rock americano del nuovo millenio, 
            dove potenza e grandi melodie trovano un nuovo vestito, ma continuano 
            a scaldare il cuore come ai vecchi tempi. GB
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