Rock Impressions

Massimo Coppola - Sinceri Oroscopi
MASSIMO COPPOLA - Sinceri Oroscopi
Silent Groove
Distribuzione italiana: -
Genere: Cantautore / Rock
Supporto: CD - 2013


Pugliese di origine, ma musicalmente cosmopolita, il polistrumentista Massimo Coppola è partito dal jazz mescolato col rock e con questa base di partenza ha intrapreso numerose collaborazioni in un crescendo di esperienze che lo hanno visto varcare anche i confini nazionali, anche se i nomi con cui ha collaborato sono per lo più italiani. Questo è il suo secondo album solista, uscito nel dicembre dello scorso anno e registrato a Bologna, un disco particolare, ricco di belle atmosfere e musica di ottima qualità, cantata sia in italiano che in inglese, con uno stilla cantautorale jazzato, ma che è attento anche a certo rock elegante e raffinato, che si nutre di belle melodie. Nel disco Massimo suona quasi tutti gli strumenti e canta, ma in alcuni brani lo accompagnano Vince Pastano alla chitarra (Luca Carboni), Massimo Greco alla tromba e filicorno, Andrea Ferrario al sax (Mingardi) e Silvia Falivene che duetta al canto in due pezzi.

Il disco si compone di quattordici brani che come anticipato spaziano dal jazzy, con uno stile che può vagamente ricordare Concato, al rock raffinato di matrice inglese, non a caso l’unica cover presente è “Pale Shelter” dei Tears For Fear. Il primo brano è “Everything” ed è un apertura in inglese, a sottolineare come il nostro miri ad un panorama più ampio, la canzone è densa di una poetica morbida ed elegante, con belle melodie e una buona cura degli arrangiamenti, un pezzo che ha un bel respiro, anche se come inizio è un pezzo poco grintoso e quindi non sembra rivolgersi ad un pubblico giovane. Con “Tondo” troviamo il lato più cantautorale di Coppola, è uno dei pezzi che mi ricordano di più Concato, sia per l’ironia, sia per lo stile, anche se è molto più rock. Ma la vera essenza dura del nostro emerge nella grintosa “Higher Walls”, col suo refrain trascinante, anche se c’è un’alternanza con parti più morbide, comunque non passa inosservata una certa classe. Con “Cancellati” si torna allo stile cantautorale, i testi sono più profondi di quanto possa apparire ad un ascolto superficiale, con una buona interazione tra parole e melodia, da sempre il punto debole dei cantanti nazionali che vogliono rockare, ma la classe di Coppola si fa notare anche in questo. Ed ecco la cover del già citato gruppo inglese, la versione di Massimo ci fa rigustare questo classico del pop evoluto anglosassone. La canzone che dà il titolo al disco è uno dei brani più d’atmosfera dell’album, molto jazzy, molto elegante, Coppola è sempre in bilico tra queste anime diverse, talvolta graffia, più spesso ci carezza con le sue belle melodie e i suoi arrangiamenti raffinati. Queste caratteristiche perdurano per il resto del disco, che rimane sempre su buoni livelli.

Massimo è un autore molto fine, quasi d’altri tempi, oggi sembra siamo tutti in preda alla ricerca di emozioni forti, in una generale incapacità di apprezzare la bellezza di una vita sussurrata, sembra quasi che più ascoltiamo le grida della modernità, più abbiamo bisogno di aumentare i decibel, perdendo di vista la bellezza di una bella melodia e di certo non sono io a disdegnare un bel disco potente, che grida con forza tutte le contraddizioni di questo tempo schizofrenico. Coppola col suo stile gentile sembra volerci ricordare le esigenze di un modo più umano di fare musica. GB




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