| Ricordo con estremo piacere ed anche con un poco di nostalgia, quando 
            negli anni '70 la musica sapeva colpire la mente, cioè non 
            solo emozionare per il suono, ma anche per l'immaginario che spesso 
            portava con se. Il Rock viatico di contestazione, ma anche stile di 
            vita o narratore di storie assurde e a volte anche esoteriche. Il 
            Doom dei Black Sabbath oppure l'Heavy Prog dei Black Widow e anche 
            l'oscurità demoniaca dei Jacula o Antonius Rex...insomma un 
            mondo oscuro e ricco di fascino, quello che proviene da ciò 
            che non si comprende a pieno e che spesso ci spaventa. L'arte della 
            paura, non è semplice da raccontare, eppure nel tempo abbiamo 
            avuto nobili protagonisti. Anche oggi molti sono gli emuli, spesso 
            anche con risultati più che dignitosi, basta fare alcuni nomi 
            per capirci, L'Impero delle Ombre, Il Segno Del Comando, Malombra, 
            Standarte, Pentagram, Akron, Areknames, insomma una nutrita e folta 
            brigata.
 
 I Compagni Di Baal sono un quartetto marchigiano, con Luca Finaurini 
            alla voce, Daniele Carnali alle chitarre, Diego Brocani al basso e 
            Giorgio Pantaloni alla batteria. In questo debutto discografico non 
            a caso incontriamo anche due componenti dell'Impero Delle Ombre, John 
            Cardellino (voce narrante) e Stefan Seclì (organetto-tastiere).
 
 Quindi musica Heavy Prog, anche dal profumo anni '70 e con richiami 
            ad altre band nostrane, colonne portanti del Progressive Rock italiano, 
            come ad esempio il Banco Del Mutuo Soccorso, curioso anche il verso 
            ad uno dei loro pilastri della discografia, quel "R.I.P." 
            che non solo apre la carriera discografica alla band romana, ma anche 
            questo esordio marchigiano.
 
 "R.I.P." tuttavia qui non ha niente in comune con quella 
            del Banco, suono oscuro ed Heavy con un refrain accattivante e supportato 
            da un buono solo di chitarra elettrica nella fase centrale, le tastiere 
            sono semplicemente in sottofondo e d'accompagnamento a differenza 
            del lavoro primario che invece Nocenzi svolge nel Banco.
 
 Metal, di questo si tratta, di media fattura con una voce che non 
            tenta di strafare e ben racconta le vicissitudini a tratti anche introspettive. 
            Decisamente movimentata e dalle basi Sabbathiane "L'Orrore Che 
            Abita In Me", questa volta le tastiere giocano un ruolo più 
            marcato, emulando alcuni fraseggi cari anche al mai troppo compianto 
            John Lord dei Deep Purple. Questi che sto mettendo sono soltanto dei 
            paletti per dare riferimenti sonori a voi che leggete, ma nella realtà 
            i Compagni Di Baal hanno dalla loro una spiccata personalità, 
            per cui solo schegge sonore che richiamano i sopra citati gruppi e 
            non veri e propri plagi, questo sia bene inteso.
 
 "Oltre La Luna" ha un sound più moderno all'inizio, 
            ma ancora una volta le tastiere ricordano che le basi vengono da lontano. 
            Canzone orecchiabile che alterna passaggi tecnici di buona fattura 
            a momenti più semplici e di facile memorizzazione. Ancora una 
            volta sottolineo l'assolo di chitarra e questo lo ribadisco con fermezza 
            perché negli ultimi anni il buon 60% delle band nostrane che 
            ho ascoltato, non ne fanno quasi più!
 
 "Tra Potere E Libertà" rallenta i ritmi e cambia 
            voce, quella di Diego Brocani, situazione sonora differente, più 
            evocativa, profonda, intrigante e se vogliamo anche più epica, 
            in essa si osa ulteriormente e qui i Compagni mi piacciono maggiormente. 
            "Icolanibai" è una breve strumentale pacata, suonata 
            con la chitarra su sottofondo di tastiere e che porta alla successiva 
            "Nell'Oscurità. Qui la band torna a fare se stessa, salvo 
            lasciarsi trasportare da un breve assolo di tastiera di matrice assolutamente 
            New Prog. Cambi di tempo ed umorali, proprio come il Prog ci racconta, 
            si evidenziano anche nella massiccia "Sepolto Sotto Un Cielo", 
            altra piccola perla di questo disco. Palese il divertimento della 
            band nel suonare questo brano e direi anche contagioso! Chiude "La 
            Danza Del Sangue", una chitarra acustica incomincia le danze, 
            per poi lasciare spazio ad una sorta di semi ballata, in essa molti 
            potrebbero riscoprirci i primi Litfiba, ma è soltanto un attimo, 
            poi le chitarre elettriche riportano il tutto nei binari del discorso 
            intrapreso, fra fughe e rallentamenti.
 
 I Compagni Di Baal (nome estrapolato da una serie televisiva francese 
            del 1968) sono una piacevole sorpresa, un debutto interessante, in 
            quanto ben equilibrato, fra semplici ritornelli e buoni assolo. Un 
            lavoro che denota anche spigoli da smussare, certi richiami forse 
            troppo inflazionati, resta il fatto che scorre bene e questo è 
            un fattore più che positivo. Non resta che attendere buone 
            nuove, per capire se sono una realtà o un altra band italiana 
            (sarebbe l'ennesima) da una botta via, io però ci credo, perché 
            sono decisamente sopra la media. MS
 
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