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            Ascolto questi Comma, non sono male, mi incuriosiscono e vado a leggere 
            la bio. Sorpresa, il quintetto proviene dalla Turchia! E’ la 
            prima volta che in ambito Metal Prog mi imbatto con una band turca 
            e devo dire anche con inaspettato piacere. Non possiamo comunque pretendere 
            la luna, si sa che in generale il Metal Prog è stereotipato, 
            i punti di riferimento (esclusi rari casi) sono sempre gli stessi, 
            i Dream Theater, ed i Comma non esulano certo da questa ferrea “regola”.
 
 Sia le tastiere che la voce ricordano molto da vicino Kevin More e 
            James La Brie ma tant’è, quando il risultato è 
            “Elusive Dreams” questo può passare anche in secondo 
            piano e noi feroci scribacchini possiamo anche chiudere un occhio. 
            Non che la cultura turca non vada ad arricchire alcuni passaggi, le 
            contaminazioni inevitabilmente ci sono, come ad esempio nell’iniziale 
            “Clown”, ma sono davvero effimere. E’ importante 
            sottolineare come le tastiere ricoprano un ruolo di assoluta importanza, 
            proprio come ai vecchi tempi di “Images And Words” ed 
            “Awake”. Cambi di tempo e di atmosfere sono all’ordine 
            del giorno ed il cantato per fortuna è in lingua inglese. La 
            tecnica che sfoggiano è davvero eccelsa, tanto da far pensare 
            che questi Comma abbiano da nascondere altre segrete generalità, 
            per poi non parlare del songwriting. Tutti i brani sembrano essere 
            stati scritti da una band navigata e le sorprese non finiscono qui, 
            ci sono Dream Theater in cattedra d’accordo, ma c’è 
            anche molta farina del proprio sacco. La melodia viene esaltata, non 
            sempre la tecnica soffoca l’ascolto, l’equilibrio interposto 
            è intelligentemente dosato. Bella “Never Betray” 
            con sfoggio di ritmica pirotecnica, mentre “Lost Tears” 
            è un arpeggio di chitarra classica di un minuto che ci accompagna 
            verso “Cradle Of My Dreams”, uno dei momenti più 
            interessanti del cd. Ascoltate l’inizio piano e voce per poi 
            andare verso un crescendo emotivo dal forte impatto, poi capirete 
            perché il Metal Progressive è un gran genere.
 
 Tutti i brani si aggirano attorno ai sei o sette minuti, mentre una 
            delle pecche del disco risiede nella produzione (troppo piatta) e 
            nell’artwork (minimale e francamente bruttino).
 Ci sono anche momenti di stanca, senza dubbio, ma nell’insieme 
            “Elusive Dreams” si lascia ascoltare con piacere. Perché 
            in seguito non abbiamo più sentito parlare di questa interessantissima 
            band? Questi sono i misteri del genere in analisi, ma in realtà 
            io il perché lo so ed ho consigliato centinaia di volte alle 
            band in questione di non andarsi ad impelagare nelle solite e scontate 
            sonorità del teatro dei sogni, oramai si è gia detto 
            tutto ed il pubblico cerca nuove sensazioni. La parola stessa Progressive 
            racchiude “evoluzione”, ma io una chances in più 
            a questi turchi l’avrei data, magari attraverso una produzione 
            migliore, forse ne’avremo sentite delle belle, peccato. MS
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