| C’è 
            una chiesa che vive ancorata nelle proprie sicurezze, che nasconde 
            Gesù dietro agli altari, che amministra le cose dello Spirito 
            con modalità che attirano sempre meno fedeli e che aspetta 
            che questi escano dalla propria quotidianità per venire da 
            lei e c’è una chiesa che cammina per le strade, che “si 
            sporca le mani” e che le persone non le aspetta ma le va a cercare, 
            una chiesa che non ha paura della modernità e che è 
            disposta a lasciarsi cambiare per raggiungere anche chi se ne è 
            già andato da un pezzo. C’è la chiesa disperatamente 
            attaccata alle tradizioni, che ha ancora nostalgia della messa celebrata 
            in latino e che rifiuta una liturgia animata dalle chitarre perché 
            ritenuta poco o per niente “spirituale” e c’è 
            la chiesa che ama i giovani e il loro particolarissimo modo di manifestare 
            la propria appartenenza ad un mondo, che spesso si è dimostrato 
            troppo lento ad accettare i cambiamenti e le sfide del tempo moderno, 
            ma che riesce a vedere sempre l’azione dello Spirito in tutte 
            le persone e nei contesti più insoliti. Ieri al PalaBAM abbiamo 
            visto una chiesa giovane, fresca, piena di idee e di voglia di vita, 
            sembrava un concerto rock, ma in realtà era molto di più, 
            era una chiesa nuova, qualcosa a cui non siamo ancora abituati, ma 
            che spero si possa diffondere sempre di più nel prossimo futuro. 
            Il PalaBAM non era più il teatro di un incontro laico, ma per 
            un pomeriggio si è trasformato, come per miracolo, in un luogo 
            di spiritualità e di preghiera.
 Tutto sembra essere nato con il grande Giubileo del 2000, ma mi piace 
            pensare che il cammino sia partito ancora più lontano, un cammino 
            iniziato con le giornate della gioventù, che hanno saputo coinvolgere 
            in modo vero e autentico sempre più giovani. Ma volendo scavare 
            nelle radici del nuovo cristianesimo non posso dimenticare l’operato 
            umile e silenzioso di tanti pionieri come di Frère Roger e 
            della sua comunità di Taizé o l’apostolato a suon 
            di note di gruppi come il Gen Rosso e il Gen Verde, espressioni del 
            movimento dei Focolari, fronti diversi ma tutti protesi verso i giovani. 
            Promotori dell’iniziativa sono state quattro associazioni: Le 
            Sentinelle del Mattino (www.sentinelledelmattino.org), 
            Ce.P.I.A. San Leonardo, l’associazione GER (www.geritalia.org) 
            e la Comunità Shalom di Palazzolo Sull’Oglio. Ora lo 
            spazio di questo articolo non è sufficiente per raccontare 
            nel dettaglio le tante attività di queste associazioni, ma 
            si può affermare con sicurezza che si tratta di persone che 
            riescono a far fruttare in modo splendido e originale i talenti che 
            il Signore ha dato loro. Fra queste esperienze vorrei almeno segnalare 
            quella che mi ha colpito di più, la testimoniata dalle Sentinelle 
            del Mattino, un’associazione di giovani nata a Desenzano del 
            Garda (BS) sull’idea di don Andrea Brugnoli per cercare di mettere 
            in pratica le parole che Giovanni Paolo II ha affidato ai giovani 
            nel messaggio del Giubileo. Questi giovani fanno evangelizzazione 
            nei posti più impensabili, nelle strade, nelle birrerie, nelle 
            discoteche, nelle spiagge della Romagna e il messaggio è semplice 
            e diretto, si invitano i giovani a recarsi in chiesa per un momento 
            di preghiera, un momento di incontro con Gesù e i risultati 
            non sono mancati. Infine vorrei ricordare che sul lago di Garda si 
            sono succedute già tre edizioni del festival di musica rock 
            cristiana Rock On The Rock, voluta e organizzata da un gruppo di volontari 
            protestanti che risiede a Salò (www.rockontherock.com). 
            Una manifestazione molto curata con artisti internazionali di grande 
            spessore e che ha ospitato anche musicisti di estrazione cattolica. 
            Il direttore artistico di questo festival ha infatti voluto essere 
            presente in questa importante giornata. La speranza e l’augurio 
            è di unire le forze per creare un vero e proprio nuovo modo 
            di evangelizzare, che possa arrivare dritto al cuore dei giovani.
 
 La rassegna musicale doveva prendere il via alle 14, ma sulle prime 
            il pubblico era piuttosto scarso e così l’inizio vero 
            e proprio è stato posticipato di oltre un’ora, io stesso 
            non ho potuto essere presente prima delle 18 e, purtroppo, mi sono 
            perso varie esibizioni. Inizialmente, per motivi di sicurezza, il 
            pubblico era stato confinato sulle gradinate e c’era una distanza 
            esagerata tra chi si esibiva sul palco e gli spettatori, il che rendeva 
            fredda e surreale l’atmosfera. Non sono mancati i soliti problemi 
            tecnici, sempre fastidiosi, ma tanto imprevedibili quanto inevitabili, 
            ma bisogna cercare i tanti aspetti positivi dell’evento, senza 
            perdersi in critiche poco costruttive. Ad esempio proprio l’esiguità 
            iniziale del pubblico ha permesso a questo di poter scendere nell’area 
            sottostante al palco rendendo più coinvolgete e piacevole l’esperienza. 
            Fortunatamente la presenza degli spettatori è andata via via 
            aumentando fino alla fine dell’esibizione.
 
 Al mio arrivo sul palco c’erano gli Unico Spirito, che hanno 
            proposto un rock dinamico con testi semplici e diretti, che invitavano 
            ad un impegno personale, particolare il loro arrangiamento della ormai 
            classica Symbolum ’77. Dopo un intermezzo gestito con grande 
            simpatia dalla comunità Shalom capitanata dalla forza e dalla 
            simpatia di suor Rosalina, che ha invitato tutti a pregare insieme, 
            coinvolgendo sul palco anche il parroco locale, si è esibito 
            il gruppo Generazione Musica, che ha proposto un escursus molto interessante 
            di canzoni di artisti laici abbinate ad altre di chiara ispirazione 
            al fine di dimostrare che c’è una tensione verso Dio, 
            che pervade tutto il mondo della musica. Poi è stata la volta 
            di don Gaetano Borgo, un prete veneto appassionato di rhythm and blues, 
            che usa questo genere per dare una testimonianza di fede molto poetica 
            e disincantata al tempo stesso. Matteo Lorenzi, un giovane di soli 
            vent’anni, ha cantato il suo amore per Dio con modalità 
            molto vicine al mondo dei suoi coetanei, l’esibizione è 
            stata piuttosto acerba, ma è riuscita ugualmente a trasmettere 
            un sincero coinvolgimento. A questo punto è salito sul palco 
            il chitarrista Nando Bonini, un artista affermato con un prestigioso 
            passato al fianco di Vasco Rossi, che ha iniziato un cammino di conversione 
            dopo aver composto un musical su San Francesco. Nando da allora ha 
            abbandonato i grandi nomi e il successo per dedicarsi interamente 
            alla musica confessionale. Bonini è un vero virtuoso della 
            sei corde, tanto che ha proposto anche una rovente cover del brano 
            “Surfin’ With the Alien” del famoso chitarrista 
            americano Joe Satriani (uno degli ultimi grandi innovatori della sei 
            corde), ed è un grande comunicatore. Il suo show è stato 
            molto apprezzato dal pubblico, Bonini ha presentato tutta la forza 
            dirompente del suo fantasioso chitarrismo e poi, affiancato dalla 
            bellissima voce di Sara, ha estratto dai musical che ha composto alcuni 
            momenti veramente belli, in particolare mi ha colpito una appassionante 
            versione del Magnificat. Terminata la sua trascinante esibizione è 
            stata presentata l’esperienza delle Sentinelle del Mattino con 
            un bel video documentario, che ha spiegato le ragioni e le iniziative 
            dell’associazione, una modalità di fare chiesa veramente 
            nuova ed interessante. La musica riparte con l’hip hop di Cose 
            Rapper, che viene accompagnato anche da un tenore e da gruppo di ballerini 
            di break dance. Poi è la volta dei Jobel 2000, altra formazione 
            nata a seguito dell’esperienza del grande Giubileo, che propongono 
            un mix di rhythm and blues e di ballate umorali dai testi molto piacevoli. 
            La chiusura della lunga kermesse è stata affidata ai Gierrepi, 
            emanazione musicale della Comunità Regina Pacis, che su una 
            base samba hanno messo in musica con grande energia l’allegria 
            e la voglia di vivere la spiritualità con gioia vera e contagiosa.
 
 Le luci si sono spente sul festival e negli occhi di tutti si leggeva 
            un genuino entusiasmo e anche un certo stupore. Chi avrebbe scommesso 
            di riuscire a fare chiesa anche in questo contesto? Chi può 
            dire quali saranno i frutti che nasceranno da questa esperienza? Ma 
            qualcosa si sta muovendo e a me piace pensare che è lo Spirito 
            che sta scendendo in campo con modalità tutte nuove e sorprendenti 
            e che troverà, come ha già fatto in passato, il modo 
            di farsi amare dai giovani che più volte hanno dimostrato di 
            avere sete di Lui. La speranza ovviamente è che questi appuntamenti 
            possano moltiplicarsi sempre di più per portare sempre più 
            giovani a Dio. Guai a chi dovesse cercare di impedire tutto questo.
 
 Giancarlo Bolther
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