| La Svezia è un altoforno di metallo bollente e anche produttrice 
            di ottimo Progressive Rock, con band che hanno saputo attingere sapientemente 
            dalla fonte dei maestri. I Cloudscape non sono una eccezione, il quintetto 
            del bravo cantante e compositore Mike Andersson è autore di 
            una buona prova e dimostra di saper miscelare equamente atmosfere 
            Dream Theater ai Fates Warning.
 
 E’ bello ascoltare la musica di “Shapeshifter”, 
            buono il lavoro delle chitarre di Bjorn Eliasson e Patrik Svaed, così 
            la successiva “Shadowland” con il suo bel ritornello. 
            La produzione di Pontus Lindmark è seria, i suoni sono puliti, 
            equilibrati e distaccati. Lasciatevi cullare dal Melodic Metal di 
            “And Then The Rain…”, oppure correte sulle ritmiche 
            di “Take The Blame”, molto dedite ai Fates Warning periodo 
            “Parallels”. La voce è bella e le chitarre si alternano 
            sapientemente con le tastiere in un buon sodalizio, dove nessuno strumento 
            sovrasta l’altro.
 “The Last Breath” non ammette repliche con la ritmica 
            Portnoy-style. I Cloudscape non inventano nulla di nuovo ma sanno 
            dannatamente fare il proprio mestiere. Si sente la sottile vena malinconica 
            delle band svedesi, un marchio di fabbrica indelebile e sempre piacevole.
 Più ricercata nei suoni programmati iniziali “Psychic 
            Imbalance” che sfocia in un turbine ritmico da parte di Roger 
            Landin (Batteria) senza sbavature. “Crimson Skies” scorre 
            via con melodie orecchiabili sino alla fine, a certi tratti anche 
            un poco stancamente, senza nessuna ballata ma con buona energia, come 
            nella conclusiva “Will We Remain”.
 
 Questo dopo il debut album dal titolo “Cloudscape” (2005) 
            è il secondo lavoro del gruppo al quale sento il dovere di 
            consigliare un certo distacco da quelle melodie oramai troppo sature 
            del Metal Progressive. Le idee ci sono, ma vanno elaborate meglio 
            e senza fretta. Gli estimatori del genere conosceranno una nuova band, 
            agli altri consiglio di avvicinarsi a queste sonorità passando 
            per i maestri classici, dai Dream Theater, ai Queensryche, Fates Warning 
            e compagnia bella. MS
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