| Mi resta difficile definire questo album dei Clouds Can, duo poliedrico 
            composto da Thomas Thielen, conosciuto ai fans del genere come T, 
            e Dominik Hüttermann, perché quello che vado ora a scrivere 
            è una ripetizione storica, cioè: “Leave” 
            è un album di musica Progressive Rock e Pop.
 
 Negli anni ’70 da noi il Pop è il primordiale nome del 
            Progressive Rock, quindi mi scuso per questa apparente ripetizione, 
            ma il Pop oggi è ben altra cosa rispetto quello di quaranta 
            anni fa. Detto questo vi addentro nel progetto dei tedeschi in questione, 
            dicendovi che l’album è composto da sette canzoni e che 
            è accompagnato da un cospicuo libretto con tanto di testi, 
            foto e descrizioni del caso. Il disco propone materiale di facile 
            fruizione, a partire da “This Dream Of Me” il quale dimostra 
            come la canzone si può innestare con il Progressive Rock. Le 
            tastiere sono importanti, soprattutto in fase di tappeto sonoro e 
            buone le coralità che accompagnano il canto. Più ricercata 
            “All We Are I Am Not”, inizia con suoni elettronici per 
            poi gettarsi nel New Prog di Marillioniana memoria. Le atmosfere si 
            alternano fra il malinconico e l’enfatico.
 
 “Life Is Strange” mi fa venire alla mente certi inizi 
            degli Arena, band di Clive Nolan (Pendragon su tutti), Mike Pointer 
            (ex Marillion) etc. La voce iniziale filtrata è caratteristica, 
            per poi addentrarsi in atmosfere toccanti sostenute dai lamenti di 
            chitarra in sottofondo. Una formula rodata che funziona sempre e che 
            comunque regala belle emozioni. Assolo di chitarra finale che ci sta 
            come il cacio sui maccheroni!
 
 “On The Day You Leave” è un lento, qui il cantato 
            rimanda ai Marillion di Hogarth, quelli intimistici, e gli occhi si 
            socchiudono ciondolando al ritmo del piano. Il crescendo sonoro è 
            travolgente, così la melodia che lo sostiene.
 Suoni filtrati ed elettronici in stile Porcupine Tree aprono “Like 
            Any Angel”, altro brano di musica Pop Prog gentile e meditativo. 
            A ballate i Clouds Can ci sanno proprio fare, altra rappresentazione 
            sonora arriva da “A Change Of Heart”, i giochi sono semplici, 
            l’anima prima del corpo.
 
 Una sveglia scandisce il tempo, “Insomnia” inizia di soppiatto 
            per poi successivamente mostrare i muscoli, il brano più elettrico 
            del disco, nervoso, ampio e fragoroso.
 “Leave” si conclude con “Always Forever”, 
            sunto delle caratteristiche del gruppo sin qui descritto. Tengo a 
            sottolineare che tutte le canzoni hanno una durata che oscilla da 
            un minimo di cinque minuti e mezzo al massimo di poco più di 
            sette minuti.
 
 Senza strafare la musica dei Clouds Can è semplice, mi viene 
            da dire “morbidezza”, questa è la sensazione che 
            lascia in me al termine dell’ascolto. MS
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