| Tornano 
            dopo cinque anni i giapponesi Cinema con il terzo album della loro 
            discografia, il primo è del lontano ’97 e non si può 
            certo dire che sia un gruppo prolifico. Chiunque abbia incontrato 
            il prog giapponese, sebbene sia sempre banale fare delle generalizzazioni, 
            sa che ci troviamo di fronte a lavori decisamente “diversi” 
            dai soliti, se non altro per il tipo di approccio che i nipponici 
            hanno verso la musica.
 Di certo i Cinema non sfuggono a questa regola e questo vale in particolare 
            per questa formazione che propone un prog molto delicato e ricco di 
            suggestioni sinfoniche di grande poesia. La loro musica è ideale 
            per descrivere stati d’animo e sensazioni in perfetta sintonia 
            col nome che il gruppo si è scelto.
 
 Il disco si apre con la suite strumentale “The Corridor of the 
            Time”, un brano così ricco di suggestioni che è 
            difficile riassumerle tutte, una composizione che ci cala in un mondo 
            fatato di rara bellezza. Non meno piacevole è la seguente “A 
            Gentle Scenery” con il cantato impostato della singer Hiromi, 
            anche se di prog se ne sente davvero poco in questo pezzo, sembra 
            più un canto profondamente malinconico estrapolato dalla soundtrack 
            di un film strappalacrime. La tradizione musicale nipponica si fonde 
            con elementi occidentali creando momenti commoventi anche se alla 
            lunga il discorso può essere un po’ soporifero.
 Questo non è un album facile per chi è abituato a ritmi 
            serrati e coinvolgenti, ma è da consigliare caldamente agli 
            animi meditativi e introspettivi, questi resteranno altamente appagati 
            dall’ascolto di Mindscape, gli altri potrebbero scoprire, invece, 
            il loro lato più romantico. GB
 
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