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            Quando ho sentito per la prima volta Hanging Bags ero in un negozio 
            e stavo scegliendo delle nuove casse per lo stereo, il negoziante 
            per farmi sentire come suonavano mise questo disco che gli era appena 
            arrivato per posta e io mi innamorai subito del disco. Per la verità 
            pensavo si trattasse di un lavoro americano, in particolare per il 
            tipo di sound molto ruvido e passionale, cosa che difficilmente si 
            sente da artisti che non hanno una consolidata tradizione blues, invece 
            ho scoperto, non senza meraviglia, che il disco è stato realizzato 
            a Brescia, poco lontano da casa mia. Andrea “Cek” Franceschetti 
            è un chitarrista passionale che ha riunito un power trio insieme 
            al batterista Carlo Poddighe, che ha anche prodotto il disco, e al 
            bassista Pietro Maria Tisi.
 
 Il blues proposto dai Cek Deluxe è molto acido, nervoso, ai 
            limiti dell’hard rock, un mio amico musicista per fare un complimento 
            direbbe che è “legna secca”, roba che brucia bene 
            e scalda tanto. Infatti il primo brano “Moanin’ Rain” 
            sembra uscito dritto dritto dagli anni settanta, ritmo rallentato 
            e riffs di chitarra pieni di grinta. “The Toast” ha uno 
            stile più fresco, con delle ritmiche più articolate 
            e qualcosa che ricorda lo stile texano. “Lady of the Night” 
            è un breve blues lento e fumoso, un pezzo d’atmosfera, 
            più un esperimento che un vero e proprio brano, riuscito solo 
            in parte. L’energia torna a scorrere veloce con la quadrata 
            “Someone Else’s Pie”, che però nella seconda 
            parte sterza improvvisamente verso la psichedelia. Il blues texano 
            torna con prepotenza in “Bad Cheque”, l’amore di 
            questi musicisti traspira dai solchi del cd con grande decisione. 
            In “Teena” ritorna l’hard rock blueseggiante con 
            un riff che potrebbe essere uscito dalle mani di formazioni come Cream 
            o Free. “Take It Easy Ralph” gioca la carta del funky 
            blues, buona anche questa prova carica di groove. Il trattamento ruvido 
            del classico dei Temptations “Papa Was A Rollin’ Stone” 
            è molto divertente, è sempre difficile confrontarsi 
            coi classici, ma i Cek ci sono riusciti con una certa carica di vitalità. 
            Molto particolare è anche “Chips ‘n’ Whips” 
            dove Poddighe si prodiga anche all’hammond, sembra davvero di 
            fare un salto indietro nel tempo. Il cd si chiude con un decimo brano 
            che non è riportato sulla track list del booklet, ma risulta 
            essere uno dei momenti più intensi di puro blues del disco.
 
 I Cek Deluxe sono una band “americana” nel senso che con 
            questo disco hanno dimostrato di avere in corpo una forte passione 
            per il blues, ma mi piacerebbe pensare che sarà proprio la 
            loro patria il paese dove troveranno i consensi più importanti. 
            GB
 
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