Sono quasi vent’anni che i the Casualities infiammano il pubblico punk col loro battagliero hardcore pieno di livore e di violenza sonika. La lezione dei Discharge ha fatto scuola e sono molte le band che ancora oggi si avventurano su questi territori e questi epigoni probabilmente non saranno nemmeno gli ultimi della serie. Inoltre questa band molto colorata ha anche un look tutto da vedere, con quelle creste anacronistiche che svettano ancora con prepotenza dai crani dei nostri, anche se bisogna dire che della formazione originale è rimasto solo il cantante Jorge Herrera. Comunque sia questi ci credono ancora davvero e, nonostante tutto, con grande orgoglio portano avanti la loro musica.

We Are All We Have è un album che suona come un vecchio Lp dei GBH o degli Exploited, riffs secchi e taglienti, con ritmiche forsennate, un cantato acido e cori che sembrano incitamenti bellici, oltre quaranta interminabili minuti di urla e chitarroni, anche se ogni tanto fa capolino un po’ di ska, forse per onorare la memoria degli indimenticabili Clash, che alleggerisce l’amara pillola. Sono ormai più di trent’anni che il punk ha preso vita e a quanto pare gode ancora di una certa salute, anche se non ha più la diffusione dei bei tempi, ma credo onestamente che nessuno si sarebbe immaginato tanta longevità. Non essendo io particolarmente esperto di questo genere non mi sento di addentrarmi troppo nell’analisi dei singoli brani, che a me sono sembrato piuttosto piatti, per cui vi posso solo dire che questo disco mi è sembrato un prodotto abbastanza mediocre.

In fondo un po’ di punk ogni tanto non fa male, basta assumerlo con le dovute precuazioni e senza mai superare le dosi consigliate dal medico. GB

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