| Non mi meraviglierei se la maggior parte di voi non dovesse ancora 
            conoscere il nome di questo chitarrista, ma ha collaborato con una 
            folta schiera di artisti, in particolare fra i più famosi ci 
            sono i Supertramp e Cher, ma l’elenco completo sarebbe troppo 
            lungo.
 In questo live Carl ci propone un blues molto raffinato in dieci tracce, 
            per certi versi mi ricorda come stile Robben Ford, ma il paragone 
            sarebbe ingiusto perché Verheyen è un musicista di prima 
            grandezza.
 
 Si parte in quarta con la dinamica “Down Like Hail” e 
            Carl è subito in evidenza, strepitoso l’assolo centrale, 
            ma molto gustosa è anche la sezione ritmica composta da Cliff 
            Hugo e Bernie Dresel. “Slingshot” sembra uscire dal repertorio 
            degli Who, una ballata rock senza tempo, veramente bella. Divertente 
            il giro di chitarra di “Revival Downs”, un brano tutto 
            da godere. L’acustica si produce in un classicissimo blues in 
            “No Walkin’ Blues” e riffiora il fantasma del Rory 
            Gallagher più intimista. Molto romantica è invece “Highland 
            Shuffle” sorretta da un arpeggio dolce ed efficace come pochi. 
            Il boogie di “Maggie’s Ladder” ci ridona della sana 
            energia, anche se delle aperture jazzate con tanto di assoli di ogni 
            strumentista aprono a nuovi scenari, tecnicamente uno degli episodi 
            migliori con continui stacchi ritmici. “Diamonds” è 
            un bluesettone lento e sofferto, polveroso come le distese del Texas. 
            A seguire “Place For Me” ovvero come una canzone cantautorale 
            può trasformarsi in un ottimo blues, in questo brano emerge 
            l’hammond di Jim Cox e sono brividi. “Rumor Mill” 
            è un’altra occasione per apprezzare tutta la grandezza 
            di Carl che dietro alla chitarra fa scintille. Per chiudere Verheyen 
            ha scelto un blues ultraclassico dal titolo “Wasted Blues”, 
            un brano che ricorda i grandi Ten Years After e che solo chi ama veramente 
            il blues può amare fino in fondo, strepitoso l’assolo 
            di hammond.
 
 Tante persone non hanno mai ascoltato il blues o pensano che sia un 
            genere “vecchio” e privo di stimoli, a tutti questi vorrei 
            dire: provate ad ascoltare questo disco. Potrebbe essere l’inizio 
            di un nuovo amore. GB
 |