Rock Impressions
 

INTERVISTA A DANILO CAPUA
di Laura Medei

Ciao Danilo! Vuoi dirci qualcosa di te? Dove vivi, cosa fai quando non disegni, qual è la musica che ami ascoltare, libri o film preferiti eccetera.
Dunque, attualmente risiedo a Genova, il luogo in cui sono nato e cresciuto. Il mio quotidiano, quando non "creo", è scandito in gran parte dal tempo che devo dedicare al mio lavoro attuale che, ahimé, non ha nulla a che vedere col mondo dell’arte ma che mio malgrado, e per ovvie ragioni, sono costretto a svolgere. Il tempo che mi rimane lo impiego usufruendo delle varie forme artistiche, principalmente delle espressioni pittoriche altrui e dell’altra mia grande passione che è la musica. Sono molto eclettico negli ascolti e potrei citare molte band che mi piacciono, ma se devo fare un nome, quello in assoluto che ha contribuito in parte a forgiare la mia identità artistica (in senso lato) è stato Paul Chain (il Paul Chain più ispirato, del passato). Per quanto riguarda il cinema, ci sono alcuni registi che stimo e tra questi mi sentirei di segnalare Ingmar Bergman, Werner Herzog e Pupi Avati. Il mio film preferito è senza ombra di dubbio “Il settimo sigillo”. Inoltre mi piacciono molto gli sceneggiati degli anni Settanta, italiani e non, come “Il segno del comando”, “Ritratto di donna velata”, “Ligabue” (lo sceneggiato dedicato al pittore), “Racconti fantastici” (ispirato ai racconti di Edgar Allan Poe), “Voci notturne”. Per quanto riguarda gli stranieri, “Zaffiro e acciaio” su tutti. Sono anche un buon lettore e come nella musica ho larghe vedute, ma qui, non c’è ombra di dubbio, la punta della piramide è H.P. Lovecraft. Sono anche un amante della natura e spesso mi inoltro nei boschi a fare lunghe passeggiate “rigeneranti”. Ovviamente questo è solo un riassunto di quelli che sono i miei gusti. Un elenco più completo avrebbe richiesto molto spazio e tempo.

Quando è nata la tua passione per il disegno? Ricordi un momento preciso oppure credi di averla sempre avuta?
Fin da piccolo ho avuto una predisposizione per le arti figurative. Era una forma espressiva naturale, per me. Mi ricordo che i volti e la fisiognomica erano i miei soggetti preferiti, e ancora oggi lo sono. Il punto di partenza è stato il disegno a matita ma successivamente, negli anni, frequentando l’Accademia di Belle Arti ho avuto il mio primo approccio con la pittura a olio e quasi spontaneamente, dopo esercizi di routine su nature morte e copie dei grandi classici, è nato il mio stile pittorico. Considero quel momento un vero “inizio”, proprio per l’improvvisa frattura stilistica che ho avuto nei confronti del mondo artistico che mi circondava, all’interno dell’ambiente accademico. Con conseguente irritazione dei docenti di pittura.

Si sa che la vita dell’illustratore è una vita complicata, fatta di tanta gavetta, di salite, di porte chiuse e di un grosso bisogno di faccia tosta. Nel caso tuo com’è stato l’inizio?
Guarda, dal momento che io non mi ritengo un illustratore e non lo faccio neanche per professione, direi che non mi sono mai posto questi problemi. Semplicemente ho iniziato a dipingere portando avanti un mio stile, sempre però con l’intenzione di rimanere nell’ambito della pittura, quindi già con un’attitudine differente dall’illustrazione. È successo che negli anni ho conosciuto musicisti con caratteristiche umane e artistiche vicine alle mie e dalla stima reciproca, con molta spontaneità, ci si è ritrovati a collaborare. Per quanto mi riguarda non mi sono mai pubblicizzato per illustrare cover o quant'altro. Ho avuto solo la fortuna di essere stato apprezzato per la mia sincera e sentita espressione artistica. È capitato, un paio di volte, che mi sia proposto donando una copertina a qualche cd o vinile, ma si trattava di artisti o opere musicali che apprezzavo molto, tanto è vero che non ho chiesto nulla in cambio, a parte una copia del prodotto finito. Comunque, anche per le collaborazioni pittoriche che ho avuto negli anni sono stato ripagato più dall'onore di aver dato cornice a opere musicali di un certo spessore che non dal (quasi inesistente) tornaconto economico.

Tra i grandi dell’arte e dell’illustrazione, c’è qualcuno che citeresti come tuo punto di riferimento?
Pittori che stimo, ma che non necessariamente mi hanno influenzato, ce ne sono diversi e mi sento di citare almeno Mario Sironi, Franz Von Stuck, Antonio Ligabue, Alberto Martini (anche come illustratore), Arnold Bocklin, Pietro Annigoni, Theodor Kittelsen, Edvard Munch, Tor Lundvall, Vincent Van Gogh, Nicholas Roerich... Tra gli illustratori, Alberto Breccia e Dino Battaglia.

Con quali tecniche realizzi le tue opere? Ce ne sono alcune con cui ti trovi meglio?

Solitamente preparo il supporto, che può essere tela (principalmente), legno o cartoncino, con una base di colore acrilico, e successivamente ci dipingo sopra con la pittura a olio. È senza ombra di dubbio la tecnica che prediligo, perché attraverso il colore a olio si crea una magia cromatica difficilmente raggiungibile con le altre.

E i tuoi soggetti preferiti?
Se devo fare una copertina, mi lascio “guidare” dal titolo dell’album, partendo dalla sensazione generale legata al concept e creandomi un’immagine mentale, poi ci lavoro sopra filtrandola attraverso la mia personalità stilistica. Succede lo stesso quando dipingo per il mio piacere personale. C'è un oggetto, figura o sensazione, a cui mi sento di dar forma. Parto da un particolare, solitamente è il volto, poi do equilibrio alle forme a seconda anche degli spazi che ho a disposizione e, una volta abbozzata l’immagine generale lavoro sui cromatismi, togliendo o aggiungendo fino a ottenere un’armonia generale. Comunque, di solito i miei soggetti sono “coagulazioni” di stati d’animo dall’ignoto, ritratti (umani e non umani) o interpretazioni personali di opere di scrittori che stimo.

Supponiamo che adesso tu ti metta al lavoro per la prima volta su un determinato progetto. Hai davanti il foglio bianco, la tela o lo schermo vuoto del computer. Momento terrificante. A questo punto come procedi? Da che cosa ti lasci ispirare?
Non sono il tipo che dipinge con una certa frequenza e in genere se mi metto davanti alla tela è perché ho già un’idea che mi gira per la testa e che comunque in parte ha già preso forma. In ogni modo pur avendo già in mente dove si vuole andare a parare, c’è sempre una percentuale di incognita e bisogna saper gestire gli spazi e i cromatismi sul momento. L’ispirazione è una chiamata dal profondo.

Tra i musicisti o i gruppi coi quali non hai già collaborato, c’è qualcuno di cui vorresti illustrare una copertina? Anche del passato.
Direi i Devil Doll. Ci sono state band tipo Archaia e Shub Niggurath (entrambi francesi) con cui sarebbe stato interessante interagire. Poi, considerando le band con cui ho avuto la fortuna di poter lavorare (Universal Totem Orchestra e Il Segno del Comando, su tutte), potrei ritenermi assolutamente appagato.

A proposito delle copertine che sono passate alla storia e di chi le ha realizzate. Pensiamo, tanto per nominare qualcuno, ai vari Klaus Voormann (“Revolver” dei Beatles), Paul Whitehead (“Trespass” e “Foxtrot” dei Genesis, “Pawn Hearts” dei Van der Graaf Generator), Roger Dean (“Relayer” dei Yes e “Demons and Wizards” degli Uriah Heep), Barry Godber (“In the Court of the Crimson King” dei King Crimson) e compagnia bella. Domanda cattiva: a chi ruberesti il mestiere se potessi? Ovviamente puoi anche rispondere “a nessuno”.
Pur avendo stima degli artisti che hai citato, a nessuno. La soddisfazione che ho ottenuto, umana e artistica, nel dare cornice a grandi album, che apprezzo molto, non mi consente di avere gelosie di nessun tipo, neanche nei mostri sacri qui sopra elencati.

In questo momento stai lavorando a qualcosa di nuovo?
A breve dovrò iniziare a dare forma al nuovo Opus degli Universal Totem Orchestra, e ho già un’idea di base. Bisogna vedere se tirandola giù avrà lo stesso impatto di come la immagino. Anche perché non è un soggetto semplice e gestire in immagini un gruppo come questo non è cosa da poco.

Cosa vedi nel tuo immediato futuro?
Prima di mettervi sopra il colore da una pennellata, l’incognito nero abisso da cui emergono le mie forme.

Grazie per la disponibilità Danilo, e in bocca al lupo per tutto!

LM

Presentazione di Danilo Capua

Galleria

Ricerca personalizzata

Indietro all'elenco delle Interviste

| Home | Articoli | Recensioni | Interviste | News | Links | Art | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |