| Carmine è un polistrumentista, con prevalenza per la chitarra, 
            molto apprezzato. Attualmente in forza agli storici The Trip, una 
            delle più importanti formazioni rock italiane, con loro ha 
            curato la realizzazione di Caronte 50 Years Later, una rilettura che 
            è al tempo stesso celebrazione e attualizzazione del grande 
            classico. Oggi Capasso si presenta col suo primo album solista. A 
            testimonianza della stima di cui gode, troviamo un lungo elenco di 
            collaborazioni importanti, che danno al suo disco un significativo 
            tocco in più.
 
 L’intro rappresenta l’aggancio al mondo del prog, poi 
            entra il primo brano, che dà il titolo al disco, emerge subito 
            la professionalità, inciso molto bene, ogni strumento si sente 
            come si deve. Musicalmente siamo in ambito rock italiano con composizioni 
            ricercate e un uso melodico della voce. Le canzoni scorrono fluide, 
            si lasciano ascoltare con piacere, però manca il guizzo. Manca 
            la voglia di graffiare, di osare.
 
 Di certo è un disco fatto molto bene, ma sorge spontanea la 
            domanda “a chi si rivolge?”. Capasso non è un principiante, 
            certamente sa quello che fa e con questo lavoro accresce la stima 
            personale, più difficile prevedere se potrà conquistare 
            un mercato più giovane. GB
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