Rock Impressions

Jim Capaldi
JIM CAPALDI - Living on the Outside
SPV


Il singolo apripista di questo album mi aveva provocato una cocente delusione, "Anna Julia" era un brano estremamente scontato, uno dei più commerciali e più brutti dell'intero disco e la b-side non era da meno.

Il nuovo disco di Capaldi è un compendio di pop che ricorda molto le cose migliori di Ian Hunter e dei Kinks (due miei grandi amori), ma con l'originalità sotto zero. E' la solità minestra scaldata e riscaldata a tal punto che non se ne sente neanche più il sapore. E pensare che Capaldi, prima di intraprendere una lunga e dignitosa carriera solista, ha fatto parte dei Traffic, una gloriosa formazione dei primi seventies.

Questo è un bel disco, suonato e interpretato con grande classe, ma da artisti di questo calibro è doveroso aspettarsi qualcosa di più a meno che il nostro non si sia voluto rivolgere ad un gruppettino ristretto di amici nostalgici e un po' rincoglioniti.

Gli ospiti presenti sono dei veri fuoriclasse: Gary Moore, George Harrison, Paul Weller e Ian Paice, ma la loro personalità sembra servire più a richiamare curiosi e collezionisti, perché non riescono a salvare un disco fatto senza impegno e senza voglia di fare vera musica, quella che parla al cuore delle persone e non quella che ascolti in macchina quando non hai voglia di pensare, quando sei così stanco che ti va bene qualsiasi cosa, anche il silenzio.

Molti artisti "attempati" in questi anni stanno producendo dischi meravigliosi, non così è in questo caso, un album che resta solo molto ben suonato e nulla più. GB

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