Rock Impressions

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******* OVER THE TOP *******
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Camerata Mediolanense - Vertute, Honor, Bellezza CAMERATA MEDIOLANENSE
Vertute, Honor, Bellezza
Prophecy
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Neo Classica / Gothic / Cold Wave
Support: CD - 2013


La formazione guidata da Elena Previdi giunge al quarto album dopo una intensa attività, testimoniata dall’uscita di molti singoli ed Ep, ma soprattutto ha sempre colpito la prondità culturale del progetto, che mescola diversi generi musicali dalla neo classica al folk apocalittico, alle musiche ancestrali, il tutto con un’attitudine dominante eriditata dalla cold wave e dal post punk.

Il presente titolo vuole celebrare uno dei più grandi padri della lingua italiana, il poeta Francesco Petrarca, un concept molto interessante, che si distacca dai soliti prevedibili e fa di questo disco un titolo pregevole. Come italiani abbiamo un tesoro culturale che ci rende unici e invidiati, non voglio fare un discorso campanilista, amo le culture di tutti i popoli, ma mi fa molto piacere se qualcuno desidera celebrare la nostra cultura e in questo senso sono molto grato ai Camerata Mediolanense per la scelta di questo tema.

Bello il primo titolo “Voi Ch’Ascoltate”, gli artisti si rivolgono idealmente subito agli ascoltatori, il brano in apertura ha connotati elettronici piuttosto oscuri e solenni, quasi fosse un overture, poi parte una sezione di una bellezza severa e grande eleganza con cantato neo classico. “Dolci Ire” è retta da un ritmo antico su cui si stendono cori maschili e femminili in un rimando continuo, musica vagamente medievale ed epica, molto belle le melodie. “Canzone all’Italia” ricorda vagamente i Death in June col suo ritmo militaresco e il cantato evocativo, ma è meno apocalittica. “Altri Perfecti” cambia completamente atmosfera, il ritmo diventa quasi ballabile, con percussioni incalzanti e melodie più radiofoniche. “Fragmentum XXXV” è molto sperimentale, i suoni sono duri, abrasivi, mentre una voce femminile decanta i versi in stile spoken words, colpisce l’austerità di questo breve brano, che apre a “Solo et Pensoso”, un brano maestoso e lento, epico nell’incedere su tappeti di tastiere e una ritmica cupa appena accennata e su tutto una tromba che brilla come un raggio di sole fra le nubi. “Tremo et Taccio” è costruita su intuizioni industrial ed un elettronica dura, sorprende l’uso “colto” di queste ambientazioni musicali e devo dire che il risultato è assolutamente affascinante, anche se nella seconda parte si perde un po’ la magia iniziale. “Vago Augelletto” è divisa in due, una prima parte sperimentale ed elettronica e una seconda medievale e poetica, con cantato angelico femminile, non si può certo dire che la band non sappia osare. “Vergine Bella” possiede un’aura sacra, l’arpeggio ha un gusto celtico, mentre il cantato insinua pensieri di una bellezza classica, certamente legata al concetto medievale della donna, molto ben rappresentata da questa musica soave. In “Lo Gran Desire” torna l’elettronica, con un ritmo incalzante e abbastanza duro, piacerà agli appassionati del genere, ma perde un po’ il senso poetico. Bello l’incedere epico di “O Mia Stella” e infine la carellata poetica si chiude con “Quest’Anima Gentil”, dove torna la poesia più pura.

Bellissimo concept e bellissimo album, la cultura italiana resa nel suo massimo splendore da una formazione preparata e ricercata, che con questo lavoro lascia un segno profondo nel nostro ricco panorama musicale. La speranza ovviamente è sempre che un lavoro di tale portata artistica non passi inosservato nel mare magno delle produzioni discografiche odierne. GB

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