Rock Impressions

Bullet - The Entrance to Hell BULLET - The Entrance to Hell
Angel Air
Distribuzione italiana: -
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2010
 

Negli archivi delle case discografiche probabilmente c’è ancora una marea di materiale che aspetta pazientemente di essere rispolverato per la gioia degli appassionati musicofili, di molte registrazioni non se ne conosce nemmeno l’esistenza, ma fin che ci sono delle etichette come la Angel Air, possiamo stare sicuri che qualcosa prima o poi esce alla luce. Oggi è toccato ai Bullet, una band di cui credo davvero in pochi abbiano mai sentito parlare, inoltre ci sono altri gruppi con lo stesso nome coi quali questi musicisti non vanno confusi. I Bullet di cui stiamo parlando sono un power trio in attività fra il 1970 e il 1971 e composto da John Du Cann, Paul Hammond e John Gustafson, ehhhh già avete capito bene (scusate ma mi rivolgo ai musicofili), Du Cann veniva dagli Andromeda, una band fondamentale per la nascita dell’hard rock, insieme a Hammond sarà negli Atmic Rooster del capolavoro Death Walks Behind You, invece Gustafson in precedenza aveva militato in formazioni come i Big Three e i più importanti Quatermass e aveva collaborato con membri dei Deep Purple. Il nome Bullet era già in uso con un altro gruppo negli USA, quindi il trio dovrà cambiare nome e fu scelto Hard Stuff, un nome che gli appassionati di hard rock conoscono bene, in quanto i loro due album sono considerati delle pietre miliari del genere.

Le presenti registrazioni vengono dall’archivio personale di Du Cann, che aveva conservato i master originali ed ecco che finalmente è arrivata l’occasione di metterli su disco, occasione veramente ghiotta per i musicofili di cui parlavo prima, ma ovviamente anche per tutti gli amanti delle sonorità seventies, che sono molti anche fra i più giovani. La proveninza garantisce una buona qualità di suono, cosa non secondaria, perché spesso queste registrazioni escono sul mercato in modo illegale con suoni non sempre all’altezza, ma non è questo il caso.

La track list è molto esaustiva e comprende diciassette titoli, molti dei quali finiranno nel primo album degli Hard Stuff. Si parte con la classicissima “Millionaire”, riff secchi e trascinanti, ritmo incalzante e ossessivo, davvero un gran bel tuffo nel passato. Segue la cadenzata “No Witch at All” aperta da un giro di batteria alla Ginger Baker, il brano più bello del disco, che infatti sarà presente anche su Bullet Proof, spettacolari linee melodiche e un riffing indimenticabile. La title track poi è irresistibile, con un basso che spinge da paura, qui si respira tutta un’epoca a pieni polmoni. Ma tutti i brani sono piccoli affreschi che catturano tutta l’essenza di un’epoca d’oro della musica rock, che sta affascinando ancora oggi tanti appassionati.

Si potrebbero dire molte altre cose, perché ci troviamo di fronte ad un vero classico che merita di essere riscoperto in tutto il suo fascino senza tempo. GB


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