Questo
gruppo svedese è nato all’inizio del nuovo millenio e
ha pubblicato il suo omonimo album di debutto nel 2003. Oggi torna
sul mercato con questo nuovo titolo che segna un passo avanti, in
particolare a livello di produzione. La band è composta da
una classica formazione a cinque con un grande amore per le tastire,
ma i nostri propongono anche il theremin e un organo da chiesa.
La musica è molto settantiana, a volte anche troppo, ma la
caratteristica vincente del sound di questi musicisti sono le bellissime
melodie vocali, ascoltate “Patterns”, con la sua enfasi
sinfonica e le fini partiture vocali, sembra davvero di fare un salto
nel tempo. Anche la successiva “Isolation” è magia
pura, anche se vengono spesso cavalcati terreni già molto battuti.
Un po’ più moderna risulta l’epica “The Battle
of Brighteye Brison”, che si compone di molte parti indubbiamente
interessanti. Grandiosi i passaggi e le progressioni di “Late”,
davvero tutt’altro che in “ritardo”, uno degli episodi
più originali e riusciti del disco, con quelle sue atmosfere
complesse e con i richiami alla musica jazz. Il disco nel suo complesso
è anche molto vario, restano dei fattori comuni, ma il songwriting
è corposo e merita attenzione, inoltre anche l’esecuzione
del gruppo è degna di nota. Quindi ci sono molti elementi a
favore di questo Stories.
Certo se questo disco fosse uscito negli anni settanta sarebbe diventato
un classico molto amato, oggi certe sue caratteristiche potrebbero
attirare più critiche che consensi, ma non manca qualche buona
intuizione e, essendo il gruppo ancora giovane, sono sicuro che con
un po’ più di maturità questi musicisti saranno
in grado di sorprenderci. GB
Altre recensioni: Believers & Deceivers;
The Magician Chronicles Part I
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