Rock Impressions
 

INTERVISTA AI BLACKMORE'S NIGHT
di Giancarlo Bolther

Con questo nuovo progetto avete inciso il quarto album in studio, cosa significa questo traguardo per voi?
Candice: Penso che ogni nostro album derivi da una naturale progressione che abbiamo avuto. Il nostro primo album Shadow of the Moon era molto rilassante e tranquillo, questo perché Ritchie aveva alle spalle quarant'anni di musica rock e a quel punto della sua vita aveva bisogno di fare musica decisamente diversa. Per Under a Violet Moon abbiamo composto musica più allegra e solare per coinvolgere maggiormente il pubblico durante i nostri concerti. Con Fires at Midnight è tornata ad essere presente la chitarra elettrica e il nuovo album è il riflesso perfetto ognuna delle componenti presenti nei primi tre albums, c'è la musica rinascimentale, c'è il romanticismo, ci sono delle covers, del rock il tutto perfettamente integrato e siamo molto soddisfatti di questo nuovo lavoro.

Perché avete deciso di coniugare la musica medioevale con il rock?
Ritchie: Perché è la musica che mi è piaciuta di più negli ultimi trent'anni. Io ho una lunga tradizione rock e quindi ho trovato naturale combinare insieme i due stili, è qualcosa un po' difficile da spiegare.

Quando avete inciso il vostro primo disco avete pensato alla possibilità di realizzare ben quattro albums di successo con questo progetto?
Ritchie: No, non ci abbiamo pensato, eravamo felici per il fatto di averlo realizzato e per come questo è stato molto veloce e naturale, il disco era piuttosto organico e ogni particolare è riuscito abbastanza bene. Pertanto ho sentito il desiderio di andare avanti con questo progetto, perché è stato un vero piacere incidere il nostro primo disco. Inoltre un'altro motivo per cui amiamo fare questa musica è che vogliamo offrire alla gente un'altra possibilità. Ci sono molti gruppi che suonano hard rock, rap, jazz, blues, country western e non c'è la possibilità di ascoltare molto altro in giro, così ci sembrava fosse una cosa buona offrire al pubblico una diversa proposta musicale, la possibilità di scegliere una musica diversa.

Nei vostri dischi ci sono molti riferimenti ai Jethro Tull, cosa vi lega a questa band?
Ritchie: Sono diventato un grande fan dei Jethro Tull dal'75 a seguito del tour di War Child e penso che sia il gruppo più emozionante in circolazione, Ian Anderson è un vero genio. I loro dischi sono fra i miei preferiti di sempre, penso a War Child, Heavy Horses... ho apprezzato ogni loro nuova uscita.
Candice: Ian è stato il primo "menestrello" del rock, ed è stata una scelta coraggiosa. E' interessante guardare alla sua discografia ci sono canzoni come "Ministrel in a Gallery" o "Passion Play", lui è stato il primo a credere in un certo sound.

C'è una lunga tradizione di artisti che hanno suonato musiche medioevali e folk, mi ricordo i Gryphon e gli Horslips negli anni '70, i Dead Can Dance e molti artisti della scena gothic negli anni '80, c'è qualcosa che vi piace di questi artisti?
Ritchie: Si, mi piacciono moltissimo i Gryphon, erano veramente bravi, loro facevano autentica musica rinascimentale, mentre non conosco molto gli altri che mi hai citato, ma ho vari dischi dei Gryphon.

Quanto peso date alla tecnologia quando incidete le canzoni dei Blackmore's Night?
Ritchie: Si tratta di cercare una via di mezzo fra realizzare un album superprodotto e un album organico e semplice di musica acustica. Cerchiamo una mediazione, io sono un musicista che prima di tutto ama suonare, non riesco a stare per ore chiuso in uno studio, è lavoro per gli ingegneri. Io cerco di suonare in studio come dal vivo. In studio puoi eseguire lo stesso pezzo infinite volte, ma alla fine si perde l'energia.

Quanto tempo state in sudio per registrare un album?
Ritchie: L'ultimo l'abbiamo registrato in tre ore! Oh, no scusa erano tre mesi, ha ha ha. Quando siamo entrati in studio avevamo già le canzoni pronte, Candice è molto rapida con le parti vocali e ci ha messo un'ora e mezza, io ho registrato le mie parti in un ora, il resto è servito per la produzione, trasferire il tutto dai nastri al computer, un lavoro veramente noioso.

Le vostre canzoni sono molto varie, troviamo momenti epici, malinconici, romantici, potenti, troviamo influenze orientali, spagnole, celtiche, una grande varietà che può essere apprezzata solo ascolto dopo ascolto, a cosa vi ispirate per comporre musica così varia?
Ritchie: Vado spesso nei negozi di dischi e molte volte frugo fra i fondi di magazzino alla ricerca di dischi di musica rinascimentale, di solito si tratta di dischi piuttosto rari. Mi faccio mandare i cataloghi e mi capita di comprare intere produzioni dall'America da etichette specializzate. Ovviamente compro anche tanta robaccia, ma in mezzo al mucchio trovo sempre qualche CD eccezionale che mi piace veramente e questa è una delle fonti principali a cui mi ispiro.

Quando è nata la vostra collaborazione musicale?
Ritchie: E' nata circa un anno prima di incidere il nostro primo album.
Candice: Mentre Ritchie coi Rainbow stava lavorando a Stranger in Us All, abbiamo vissuto in una cascina in Massachusset per oltre cinque mesi. Il cantante era in difficoltà con i testi e così Ritchie mi fece sentire le parti strumentali e mi chiese se avevo qualche idea per le liriche. Andai a trovarli e portai delle cose che avevo scritto. Per una canzone, mi sembra fosse "Wolf To The Moon", presentai quattordici versi, è così che ho iniziato a comporre. Poi, mentre gli altri membri del gruppo registravano le loro parti ed erano impegnati con la produzione dell'album, io e Ritchie ci appartavamo e componevamo delle canzoni solo per divertirci un po' e per fuggire dal mondo del Rock 'n' Roll ed è così che tutto ebbe inizio. Non è stata una cosa che abbiamo pianificato, non ci siamo preoccupati se alla gente sarebbe piaciuto quello che stavamo facendo, ma abbiamo suonato solo quanto ci piaceva in modo molto spontaneo semplicemente facendo della musica che sentivamo dentro e che ci divertiva.

Ritchie, quanto ti senti artisticamente influenzato da Candice?
Ritchie: Sono molto colpito da Candice, è praticamente perfetta. Ha una grande memoria per le note, ricorda esattamente come fa una canzone, mentre io devo sempre fare molto esercizio. Lei invece è sempre molto naturale, ha una memoria fotografica per la melodia.
Candice: Mi piace mettermi in gioco, quando Ritchie compone un pezzo nuovo mi chiede sempre: "Puoi farlo questo?" e io rispondo: "Si, certo che posso!", così poi non posso fare brutte figure e allora lo rieseguo con il rauchpfeife o con gli shawms, strumenti che Ritchie ha collezionato.
Ritchie: E' fantastico che riesca a suonare gli shawms, perché è uno strumento molto difficile e le ci riesce con grande naturalezza.

Candice, quali sono le difficoltà che incotri come coppia dovendo condividere sia la vita privata che quella pubblica?
Candice: Ritchie fa il boss sia sullo stage che fuori! Ha ha ha. Seriamente, siamo molto vicini, è una cosa strana perché siamo allo stesso tempo molto diversi e molto simili, è un po' come quando ci si guarda allo specchio, quello che vedi è un'immagine rovesciata. Penso che ci completiamo a vicenda, ci sosteniamo a vicenda e quando uno è giù l'altro lo stimola. Questo è molto bello perché non è una cosa puramente artistica, ma è la nostra vita, questo significa che c'è passione e amore. Abbiamo gli stessi interessi, ci piacciono le stesse cose, non potrei trovare una persona migliore in altri cento anni.

Che rapporto avete con il nostro paese? Nella vostra musica ci sono molti riferimenti alla nostra tradizione artistica.
Ritchie: Tutta la musica rinascimentale viene dall'Italia. E' la passione che gli italiani mettono nella musica che mi piace. Più vengo a visitare il vostro paese e più questo mi piace. Sto cercando qualcuno che ci faccia la promozione in Italia, perché voglio tornare. Abbiamo contattato dei promoters, ma non siamo riusciti a concludere. Tutte le volte che veniamo cerchiamo di tornare, ma ci sono sempre delle difficoltà, ci dicono subito che va bene e poi non si fanno più sentire. E' una cosa orribile, sono trent'anni che ho questo problema, anche con i Deep Purple era lo stesso. Tu mi sai spiegare perché accade questo?

No e mi spiace davvero. Ritchie cos'è cambiato nel mercato musicale in tutti questi anni?
Ritchie: Non molto, per la verità. Oggi c'è più corruzione. E' cambiato il tipo di musica per i giovani, negli anni sessanta avevamo i Procol Harum, i Jethro Tull, Jimi Hendrix, i Cream, gli Yardbirds, tutti artisti fantastici, mentre oggi non mi viene in mente nessuno che mi piaccia. Ci sono dei gruppi molto buoni anche oggi, in Italia avete i Rhapsody che mi piacciono molto, anche in America ci sono molti bravi artisti, ma non hanno il supporto dei media, non li vedi in televisione.

Ritchie, sei abituato a suonare di fronte a migliaia di persone, ma adesso privilegiate situazioni live più intime e tranquille, ti piace di più questa nuova dimensione?
Ritchie: Mi piacciono entrambe. Le grandi platee vanno bene quando suoni del potente rock 'n' roll, ma quando suoni musica tranquilla come la nostra spesso è meglio farlo di fronte a duecento spettatori, che riescono a captare meglio le finezze le particolarità della nostra musica. E' molto più difficile comunicare queste sensazioni ad un pubblico troppo vasto, quando la musica è tranquilla è più difficile catturare l'attenzione degli spettatori. Pertanto in questo contesto il mio pubblico preferito è composto da circa duecento persone, infatti scegliamo di suonare in situazioni particolari come in castelli, in corti, in piccole sale con cinquanta persone e questi sono i miei concerti preferiti. In queste circostanze spesso va a finire che facciamo un barbecue con i fans, ci fermiamo a guardare le stelle e concludiamo la serata con un bel falò.

Cos'è che caratterizza i vostri concerti dal vivo?
Ritchie: Di solito facciamo dei concerti molto lunghi, spesso durano anche tre ore, ma dipende da come reagisce il pubblico, se è attento e dimostra di gradire allora suoniamo più a lungo. Eseguiamo una trentina di brani compresi alcuni pezzi dei Deep Purple e dei Rainbow e questo piace molto al pubblico. Spesso distribuiamo dei foglietti al pubblico prima del concerto per indicarci cosa vorrebbero ascoltare, anche se poi non suaniamo tutto quello che ci chiedono (risata generale).

Vorrei farti un'ultima domanda sui Deep Purple, recentemente hanno riproposto dal vivo il Concert for Group and Orchestra coinvolgendo molti vecchi amici, mi è spiaciuto di vedere che non hai partecipato anche tu. E' stato il gruppo che non ti ha contattato o sei stato tu che non hai voluto partecipare?
Ritchie: Non sono mai stato contattato e non ne sapevo niente. Comunque ho suonato così tanto coi Deep Purple che non penso tornerò ancora a suonare con loro. Forse in futuro... Ho parlato occasionalmente con John Lord quando sono stato in Inghilterra a proposito di suonare ancora insieme, ma mai seriamente, magari solo per un paio di shows per i fans, per i nostalgici.

Un saluto finale...
Ritchie: Abbiamo molti amici in Italia e ci siamo sempre divertiti nel vostro paese. Siete un popolo caloroso e i concerti da voi sono molto coinvolgenti, speriamo di riuscire in futuro a trovare dei promoters più seri che riescano ad organizzare delle serate. E poi avete dei castelli stupendi. L'Italia è uno dei posti dove amiamo tornare di più.
Candice: Voglio tornare per dire ancora una volta "Sono felice di vederla!"

GB

Recensioni: Fires at Midnight;
Home Again; Past Times With Good Company;
Ghost of a Rose; Beyond the Sunset, Castles & Dreams

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