Rock Impressions

Blackfield BLACKFIELD - Blackfield
Snapper
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog
Support: CD - 2004


Steve Wilson, il leader dei Porcupine Tree, insieme all'israeliano Aviv Geffen, un artista pacifista che si sta imponendo nel mondo grazie all'apprezzamento espresso nei suoi confronti da gente del calibro di David Bowie, Roger Waters e Tom Waits, hanno dato vita a questo progetto che ha grosse potenzialità. Inizialmente la coppia aveva pensato ad un progetto estemporaneo che si sarebbe concluso con la pubblicazione di un Ep, ma le cose sono funzionate così bene che i due hanno realizzato un album intero.

Il sound proposto in questo debutto è un incrocio fra Pink Floyd, Rem e Coldplay, come dire il condensato di trent'anni di musica rock. Pop progressivo carico di poesia, ora lieve e romantico ora acceso e graffiante, ma sempre interessante.

"Open Mind" apre dolce, quasi sussurrata con dei cori molto sixties, alla Simon and Garfunkel, poi entra la chitarra elettrica e la batteria a cambiare le carte in tavola, ma la magia rimane intatta. "Blackfield" è costruita su un giro sospeso fra passato e presente, una melodia semplice ed efficace che entra subito in testa. "Glow" come il primo brano, parte con una prima sezione minimalista e malinconica, poi propone un deciso crescendo. "Scars" introduce anche dei loops e un po' di elettronica apportando un tocco di modernità che non guasta. "Pain" fa un po' il verso ai Rem, soprattutto per l'uso delle voci, ma anche per le melodie.

C'è posto per altri quattro brani, ma il discorso non cambia molto, i Blackfield sono un gruppo di grande classe estetica, ma che sanno fare anche della musica passionale, il loro album è fresco e piacevole e merita di essere scoperto. GB

Altre recensioni: Blackfield II; Live in NYC; Blackfield V

Artisti Correlati: Porcupine Tree

Sito Web


Oggi c’è chi associa il termine Progressive Rock ad una musica vecchia e stantia, un dinosauro che si muove stancamente nell’ambito del Rock. Si pensano subito a presuntuose e lunghissime suite, ad una musica complessa e culturalmente pesante. In parte questo è vero, ma altresì si incontrano band che fanno della cultura passata bagaglio e la evolvono anche in una semplice formula “canzone”. Una di queste si chiama Blackfield.
Dietro a questo progetto c’è Aviv Geffen, chitarrista e cantautore Israeliano e l’instancabile Steven Wilson, produttore di Fish, Opeth e capitano di band come Porcupine Tree, No Man e I.E.M.

L’idea nasce grazie all’intuito di Aviv, il quale essendo estimatore dei Porcupine Tree, contatta il leader nel 2001 per proporgli questo progetto. All’ascolto ed alla lettura di questa recensione molti di voi grideranno che questo non è Progressive Rock, allora non lo dovrebbe essere neppure quello dei Genesis di “Abacab” o degli Yes di “Owner Of A Lonely Heart”, tanto per intenderci! Nella musica dei Blackfield fuoriesce una cultura musicale raffinata, dei richiami ai Pink Floyd o ai King Crimson, ma tutto questo in maniera velata, rielaborata con una personalità come solo grandi artisti sanno fare. Pensate come considero questo esordio discografico, vi dico che ogni brano potrebbe essere un potenziale single. La musica che si spalanca alle nostre orecchie è velata, malinconica, delicata e romantica, tuttavia lo stile Porcupine è quello che prevale,la personalità di Steven è troppo forte, anche se il carisma di Aviv è ammaliante.

Le richieste dei fans ai loro concerti, decretano “Hello”, “Cloudy Now”, “Blackfield” ed “Open Mind” i pezzi più appetibili. Quello che colpisce nella loro musica è la semplicità delle melodie, soprattutto i ritornelli che si stampano indelebili nella mente, come dei tormentoni.
“Blackfield” è un disco che non deve mancare nella vostra collezione, perché si ascolta molto spesso, ma che dico… spessissimo! MS


Indietro alla sezione B