Torna
l’uruguaiano Beledo, che attualmente risiede a New York, un
musicista che già ci ha colpiti con i lavori precedenti, considerato
un “guitar hero”, suona anche le tastiere e il violino.
Come ormai ci ha abituato l’etichetta Moonjune, che è
diventata un polo di attrazione per molti grandi artisti, troviamo
anche in questo album una serie di nomi prestigiosi come Gary Husband
alle tastiere, Asaf Sirkis alla batteria, Jorge Pardo al flauto e
sax, Carles Benavent al basso e Ramon Echegaray alle percussioni in
un brano.
Sempre in bilico tra rock progressivo, jazz e fusion, ci viene proposta
una bella rassegna di brani mediamente lunghi, dove si alternano con
grande armonia parti ricche di virtuosismi ad altre di musica splendida.
Mi ha sempre colpito l’abilità di Beledo di comporre
pezzi complessi e belli da ascoltare. La sua capacità di mostrare
come si possa fare musica molto raffinata accontentando anche gli
ascoltatori più esigenti, è un tratto distintivo di
questo grande musicista, a cui vi potete accostare senza timori.
La natura strumentale di questo lavoro per qualcuno potrebbe suonare
come un limite, ma è musica talmente ricca di umori, che vi
saprà appagare. GB
Altre recensioni: Dreamland Mechanism; Seriously
Deep
Sito Web
|