Rock Impressions

Bedlam - In Command 1973 BEDLAM - In Command 1973
Angel Air
Distribuzione italiana: -
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2012


Quello dei Bedlam è un classico nome da culto della scena hard rock dei primi seventies, di quella folta schiera che ha prodotto lavori memorabili, ma che non è riuscita ad emergere e pensare che in formazione avevano un certo Cozy Powell, Dave Ball (Procol Harum) col fratello Denny e Frank Aiello (Truth), il loro unico disco del 1973 è il classico disco dimenticato, un gioiellino di vero hard rock. Ai più esperti di voi poi non sarà sfuggito che la formazione è quasi la stessa dei Big Bertha, dove mancava il solo Aiello e che fu autrice di altre piccole gemme da culto. E pensare che i Bedlam avevano suonato di supporto anche ai Black Sabbath, che la critica li aveva sostenuti e che è stato proprio il consenso a minare il futuro della band, che si è sciolta solo dopo un anno.

La Angel Air, specializzata nel recupero di gemme perdute, ha pubblicato questo live registrato nei Command Studios di fronte ad un ristretto pubblico a fini promozionali, ma che non vide mai la luce. La qualità di registrazione è davvero buona, si sentono bene tutti gli strumenti, inoltre il gruppo era in gran forma.

Il disco propone nove brani più la bonus “Dance With the Devil”, un fortunato singolo di Cozy, che raggiunse il terzo posto nelle classifiche inglesi, in questo caso è una versione suonata da tutta la band. Il sound ovviamente è altamente nostalgico ci sono tutti gli elementi tipici del genere, una solida base ritmica resa particolarmente brillante dal drummig ricco e ricercato di Powell, che col basso pulsante di Denny crea un tappeto trascinante come pochi, il chitarrismo di Dave poi rientra nella media, è brillante, senza raggiungere i vertici dei principali nomi della scena, anche se sta vicino a molti, ma quello che conta è che si tratta di ottima musica rock, in certi momenti si raggiungono anche dei livelli veramente elevati, come in “The Fool”, che è un brano davvero ricco di soluzioni nei suoi oltre undici minuti e ad un certo punto si permette anche di citare altri classici dell’epoca, con dei giri di basso e batteria da urlo e un finale da brividi lungo la schiena, una lunga jam session che mette voglia di suonare. Ma a questo punto il concerto è tutto un crescendo di emozioni ed è davvero incredibile che una band così sia caduta in un semi anonimato. Degna conclusione del live la trascinante “Set Me Free”, che brano! “Dance With the Devil”, a differenza del concerto, è registrata un po’ male, non perde il suo fascino e presenta una buona grinta interpretativa.

Ci sono persone che non amano queste operazioni di “archeologia musicale”, io invece le ho sempre amate molto, per cui nel giudizio sono di parte, ovviamente questo disco è dedicato a tutti i veri amanti del rock settantiano, quindi se siete fra questi correte a cercare questa gemma, se invece siete solo dei modernisti probabilmente non siete nemmeno arrivati a leggere fin qui, peggio per voi. GB

Altre recensioni: Live in Bighampton 1974




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