Rock Impressions

Ayreon - 01011001 AYREON - 01011001
Inside Out
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog Metal
Support: 2CD - 2008


Un disco di Arjen Lucassen è da prendere molto sul serio, anche se mi sembra che il nostro abbia perso lo smalto iniziale. Io ho seguito con grande interesse l’evoluzione artistica dell’olandese e credo di avere quasi tutto quello che ha prodotto dagli anni ’90 in poi. All’inizio ho provato un grande entusiasmo, i suoi lavori immaginifici mi avevano stregato, mi avevano fatto intravvedere un futuro radioso per il metal, in particolare quello progressivo. Poi però ho avuto l’impressione che il buon Arjen abbia cominciato ad adagiarsi e a ripetere sempre gli stessi schemi, in altre parole che la sua vena compositiva, che sembrava inesauribile, si sia invece un po’ spenta. Per questo ero piuttosto curioso di ascoltare questa nuova opera targata Ayreon.

Come è ormai d’uso, si tratta di un doppio cd che esce in varie versioni, per la gioia o la dannazione dei fans del nostro. A noi è arrivata la versione base, ma da quanto letto non sembra che i bonus aggiuntivi siano così essenziali, pare infatti che il piatto forte sia il making of dell’album. Ma veniamo al disco. Il primo cd parte molto bene, certi passaggi ricordano molto alcuni momenti della trilogia Bat Out of Hell di Meat Loaf e di Jim Steinman, solo in chiave più metal. Bei cori con belle costruzioni musicali. Il sound è simile ai lavori precedenti, ma i fans non ci faranno nemmeno caso. Il primo singer ad entrare in azione è Tom Englund, poi parte la solita parata di stelle fra cui spiccano l’astro nascente Jorn Lande e il veterano Bob Catley, c’è il carismatico Daniel Gildenlow e lo spirituale Ty Tabor, fra le signore ci sono niente meno che Simone Simons, Anneke e Floor Jansen, ma l’elenco è troppo lungo con importanti presenze anche fra gli strumentisti, come Derek Sherinian, Tomas Bodin e Michael Romeo. I passaggi più metal si alternano a momenti malinconici e ispirati, in un alternanza dove il nostro viaggiatore siderale delle sette note si trova perfettamente a suo agio. Nel complesso quanto si ascolta non è così innovativo come in passato, ma è sempre un gran bel ascoltare.

Il secondo cd invece è più ripetitivo e l’attenzione pian piano cala vistosamente, non che ci siano dei pezzi brutti, solo è che è sempre la stessa minestra riscaldata. Ormai Arjen ha trovato una formula che lo soddisfa, ma che soddisfa un po’ meno chi da lui si aspetta qualcosa di più. Credo fermamente che per il prossimo lavoro ci dovranno essere dei cambiamenti sostanziali, altrimenti prevedo un appiattimento pericoloso.

Questo nuovo album di Ayreon è pur sempre un gran lavoro di metal visionario e immaginifico, che spazia in vari generi musicali, dallo space metal al prog, con momenti psichedelici e grandi effetti. Un mix che pochi sono in grado di realizzare, ma quando uno ha raggiunto questi livelli è lecito aspettarsi anche qualcosa di più che con questo disco non è arrivato. GB

Altre recensioni: For Ayreonauts Only; Come Back to Me; Elected;
The Theory Of Everything

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