| Ormai il chitarrista tedesco Axel Rudi Pell, con venticinque anni 
            di onorata carriera sulle spalle, è una vera istituzione del 
            metal e visto lo status raggiunto può permettersi un disco 
            come questo, una raccolta di dieci cover, con alcuni must e qualche 
            sorpresa. Nel suo passato il nostro si è sempre confrontato 
            con gli artisti che ha amato, ma questa volta ha deciso di dedicare 
            un album intero a questo scopo.
 
 Dopo un breve intro un po’ inutile, si parte con la possente 
            “Warrior” dei cult heroes Riot, heavy metal puro sparato 
            all’ennesima potenza, Axel ci sa fare e regala un assolo da 
            manuale. La sorpresa arriva con la successiva “Beautiful Day” 
            dei campioni di vendite U2, strano che Pell abbia preso un loro brano 
            recente e non un classico, ma è una canzone con un bel tiro 
            che non perde in fascino col trattamento metal confezionato dal germanico 
            chitarrista. “Stone” viene dal repertorio di Chris Rea, 
            un artista molto amato in Germania e meno noto da noi, ma che ha scritto 
            varie hit e anche qui dimostra quanto sia valida la sua penna. “Love 
            Gun” è un vero classico del repertorio dei Kiss, ma quel 
            birbone di Axel cosa fa? A sorpresa la ripropone in chiave acustica. 
            Un altro hit maker omaggiato è Michael Bolton con l’anthemica 
            “Fools Game”, davvero un gran bel brano. “Heartbreaker” 
            è un vero classico preso dal repertorio dei grandi Free, un 
            hard blues indimenticabile, gran bell’assolo. Un classico un 
            po’ meno conosciuto è la seminale “Rock the Nation” 
            tratta dall’album omonimo dei Montrose, erano ancora gli anni 
            settanta, ma quanta energia! “In the Air Tonight” mi rovina 
            un po’ il palato, non perché non sia una bella canzone, 
            ma perché ho sempre mal sopportato quel palancaio di Phil Collins, 
            comunque la versione metal ballad di Axel è gustosa, anche 
            se non mi piace il cantato troppo carico di Johnny Gioeli, ho ancora 
            nelle orecchie quella splendida di Ray Wilson che vince il confronto. 
            Altra sorpresa è “Like a Child Again” dei gotici 
            Mission, anche se questa versione rockeggiante toglie un po’ 
            di pathos al brano originale, ma resta sempre un gran bel pezzo. Chiusura 
            con fuochi artificiali con la trascinante “Won’t Get Fooled 
            Again” degli Who, l’originale mi piace un po’ di 
            più, ma mi piace anche così.
 
 Fondamentalmente Axel si è voluto divertire e ha voluto divertire 
            i propri fans, non è da prendere troppo sul serio, così 
            è riuscito a regalare una manciata di sano divertimento. Questo 
            non è un piccolo trattato di storia del rock, ma una raccolta 
            di brani piuttosto belli, così è se vi piace! GB
 
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