Rock Impressions

Astral Dive - Trauma

ASTRAL DIVE - Trauma
Selfproduced
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog Metal
Support: mCD - 2009

Spesso e volentieri le band musicali nascono da amicizie scolastiche e non è la prima volta che una di queste raggiunge anche un notevole successo. Ovviamente lo auguro anche ai pistoiesi Astral Dive. Certamente non è facile trovare consensi di vendite in un genere come il Power Metal, assolutamente inflazionato da numerosissime uscite annuali. In realtà i nostrani Astral Dive hanno dalla loro un bel jolly, la voce soprano di Chiara Manese. La band è completata dalla presenza di Damiano Pierucci alla batteria, Federico Agresti al basso, Gianmarco Lotti alla chitarra e da Giovanni Vescovili alle tastiere.

La band viene a noi con questo lavoro dal titolo “Trauma”, ricco di argomentazioni fantasiose a tratti fantascientifiche. La musica proposta, come dicevo, è un Power Metal che sconfina nel Prog Metal, grazie all’uso delle tastiere. Le sonorità sono quindi maestose, gloriose e ben si adattano alla voce di Chiara. ”The Astral Dive” colpisce subito il segno, specie nel breve solo di chitarra. Inevitabili i paragoni con band più blasonate come i Nightwish , anche se personalmente non li avvincerei più di tanto. Piuttosto li vedo propensi verso un Metal più articolato come quello dei Symphony X , Ayreon , Avantasia e qualcosa dei Stratovarius. Non c’è dubbio che questo è un mondo sonoro altamente inflazionato e per emergere si necessita assolutamente di personalità, dal canto loro i ragazzi ce la mettono davvero tutta. Buona anche la tecnica strumentale e la rappresentazione visiva del prodotto.

“Gathering Of Lost Thoughts” dimostra l’affiatamento della band, che si ritrova all’unisono esponendo un muro sonoro davvero d’effetto. Giusta a mio modo di vedere le scelta di spezzare l’ascolto con brevi cambi di tempo e l’uso delle tastiere, questo rende tutto più fluido , facendo guadagnare in interesse. Bellissimo l’intro di chitarra in “The Restless”, così come l’avvento del piano, un momento altamente emotivo che piacerà a chi ha si il cuore di Metallo, ma che si scioglie avanti a certe melodie. Qui Chiara è più interpretativa del solito, la sua voce (davvero bella) trova il suo habitat naturale, impossibile restare insensibili al cospetto. Musica per palati sopraffini, grazie anche alla chitarra finale. Quasi otto minuti che da soli valgono il prezzo del disco. Chiude l’EP “Land Of Unquestioned Answers”, altro momento che alterna parti leggiadre a potenza sonora classica al Power Metal. Il cantato è tutto in inglese.

Non c’è altro da aggiungere, solo un bel “benvenuti” a questi ragazzi che in futuro, sono sicuro, ce ne faranno sentire delle belle, tanto è vero che stanno realizzando un bel concept Album. Noi siamo curiosi e sempre qui per un ascolto attento, perché le band nostrane spesso e volentieri stupiscono per idee e freschezza, ma che un mercato esterofilo condanna sempre all’ingiusto oblio. MS


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