Rock Impressions
 

INTERVISTA AGLI ALCOVA
di Adriano Moschioni

Che fortuna, ancor oggi ci si può imbattere in un disco semplicemente bello, di quelli che ascolti provando vero piacere, e che t'inducono a far uso smodato del tasto play, perchè quando terminano senti già la necessità di riascoltarli. Occasioni che capitano sempre più di rado, oggidì... Ma bando allo sconforto, c'è appunto "Muscolo cuore" a... rincuorarci! C'è ancora spazio per la musica buona, allora...

Quesito essenziale: che musica suonano gli Alcova?
Quella che ci piace! Non sapremmo dirti che genere facciamo, noi cerchiamo di suonare onestamente il nostro; la nostra ambizione è quella di riuscire a unire un'indole mediterranea a sonorità di più ampio respiro, valorizzando la tradizione del rock di casa nostra mescolato con sonorità più british. Il risultato poi può essere, per fortuna, variamente interpretato a seconda di chi ascolta.

Come vi siete incontrati e perché avete deciso di formare una band?
Gli Alcova esistono da qualche anno, l'intento è sempre stato quello di suonare canzoni proprie cantate in italiano unendo il background di ciascuno e sforzandoci di creare brani diretti ma originali. Suonare è un bisogno fisiologico, è difficile dire che si sceglie di diventare musicisti o di formare una band, quello che scegli è come farlo e con chi, il resto è più una necessità!

Nel vostro sound, che trovo assai personale, emergono riferimenti diversi, tutti perfettamente amalgamati: wave, alternative americano, rock italiano, forse anche un certo metal edulcorato, sono i vostri gusti personali ad essere rappresentati in queste dodici canzoni? Cosa ascoltate abitualmente?
I gusti e la formazione di ciascuno di noi sono diversi, spesso anche distanti, per cui, nel momento in cui vai a unire tutto, le influenze e le sonorità risultano inevitabilmente varie. Gli Alcova degli inizi avevano un suono molto più new wave e punk, i generi che più sentiamo vicini, e probabilmente il substrato più evidente è ancora quello. Dall'altra parte generalmente non abbiamo pregiudizi stilistici o di genere, per cui non ci facciamo particolari problemi a farci affascinare anche da spunti che potrebbero sembrare non in linea con quello che stiamo facendo, il comune denominatore è fare quello che ci piace e che sentiamo nostro.

Gruppi italiani e gruppi stranieri (o solisti...) che apprezzate particolarmente e/o che potete definir vostri riferimenti?
Qui la lista potrebbe essere davvero lunga! Sicuramente tra i nostri maestri ci sono CCCP, CSI, Litfiba dei primi dischi, Kina ma anche artisti come Lauzi o Tenco, per citare qualche gruppo o artista di casa nostra; poi, nel versante d'oltremanica, sicuramente David Bowie, Bauhaus, Rolling Stones, Cult e un'infinità di altri! Ascoltiamo veramente di tutto, i generi per noi contano poco, se una canzone è bella e fatta bene ci importa poco di come venga etichettata!

"Muscolo cuore" è suddiviso in quattro parti: amore, donne, guerra e solitudine. In ogni una di queste emerge un mood particolare, che contraddistingue le tracce che ne fanno parte sia dal punto di vista lirico che da quello precipuamente sonoro: dalla dolcezza (mai stucchevole) alla rabbia, fino alla riflessione, a volte amara.
La nostra ambizione era quella di concepire il disco come una sorta di viaggio nell'anima, il cui itinerario venisse scandito in quattro parti, come gli atri del cuore, che per noi sono appunto amore, donne, guerra e solitudine. Parliamo di sensazioni che ciascuno conosce, filtrate attraverso la nostra esperienza personale, tutto quello che vivi finisce per toccarti e in qualche modo cambiarti: ogni emozione, ogni sensazione è come un seme, non sai bene cosa ne verrà fuori ma nascerà comunque qualcosa.

Trovo geniale che ogni singola sezione venga facilmente individuata dall'uso del colore rosso che rimarca la parola che la identifica nel testo. Pare tutto studiato per guidare l'ascoltatore fra le righe, fornirgli degli indizi riguardo il pensiero che state esprimendo.
Come dicevamo prima, l'idea era quella di creare un percorso per un viaggio, con spunti anche visivi; il nostro è un invito a perdersi ma anche a ritrovarsi e certe scelte grafiche vorrebbero avere appunto la funzione di navigatori, di guide.

Diversi brani sono titolati con nomi di donna ("Anna", Marilyn", "I love Amanda" - Lear?), altri fanno riferimento a luoghi ("La collina del vento", "In mezzo al mare"), eppoi, chi è "Jappo"? Ogni vostra frase induce ad una riflessione, qualsiasi sia l'argomento che ne fa da base, e pure stimola all'interpretazione personale...
"I love Amanda" è nata per scherzo, ascoltavamo "Tomorrow" dei CCCP con Amanda Lear e Francesco si è messo a giocare con la voce facendo il brano un po' alla Giovanni Lindo Ferretti e un po' all'Amanda Lear, alla fine il risultato ci piaceva e, con qualche modifica, abbiamo deciso di tenerlo e di giocare con il titolo (giuro che questa non era preparata! NdAM). Anna è una parola palindroma, puoi leggerla da destra a sinistra e viceversa, e ci affascinava il fatto che rappresentasse un'immagine di donna che non riesci mai a svelare malgrado sembri semplice! "La collina del vento" sta a indicare la città di Gerusalemme mentre "Jappo" è il nomignolo di una persona di cui non sveleremo l'identità!

Quanto è importante per voi la componente lirica di ogni pezzo?
I testi, sono per noi molto importanti, le parole e la musica nella dinamica di una canzone hanno per noi la stessa rilevanza.

Non è facile, oggidì, suonare e sopra tutto produrre un disco. Quali sono le maggiori difficoltà che una band deve affrontare in Italia per poter emergere, sopra tutto se propone un genere non facilmente identificabile come il vostro?
Il problema più grosso in Italia oggi, secondo noi, è una mancanza di cultura musicale, che rende quello del musicista un non-lavoro, soprattutto di questi tempi; quindi si fa fatica a distinguere chi lo fa professionalmente da chi lo fa per hobby, e ritagliarsi un proprio spazio non è sempre facile nell'immediato. La serietà, la professionalità, l'impegno però sulla lunga distanza ripagano. Detto questo dobbiamo dire sinceramente che noi siamo stati molto fortunati finora, certo non è facile scoraggiarci, ma abbiamo incontrato sul nostro cammino persone disponibili e serie con cui non è stato difficile lavorare. Poi ci sono dei problemi generali che toccano un po' tutto il settore non solo i musicisti, problemi che necessitano di una soluzione più ampia di quella che una singola realtà può dare.

E' da sottolineare la grande cura che rivolgete all'aspetto promozionale: non un solo e semplice disco, ma è un insieme di proposte facilmente identificabili che a questo rimandano. Chi ha curato la parte grafica, gradevole ed efficace?
La parte grafica del disco, così come ogni aspetto della promozione, è stato curato dallo staff della Stigmata/Effe Effe, in particolare da Silvia, che non finiremo mai di ringraziare per tutto l'incredibile lavoro che ha fatto per noi in questi mesi, è un po' la nostra ancora di salvezza riuscendo a trovare sempre una soluzione a tutto!

Il basso è suonato da Elisabetta Gavetti, come mai non disponete di un titolare in questo ruolo?
Le parti di basso sono scritte da Francesco e durante i live usiamo le basi, quindi non abbiamo mai avuto l'urgenza di cercare un bassista fisso; Elisabetta ci ha aiutato per le registrazioni, in questo momento abbiamo un bassista che verrà con noi per i concerti estivi, poi vedremo, ma ci piacerebbe l'idea di avere qualcuno di fisso allo strumento!

Come è stato registrato "Muscolo cuore"? E' a tutti gli effetti una auto-produzione, o l'intervento della Stigmata Records si è concretizzato da subito?
L'intervento della Stigmata Records/Effe Effe è stato concreto fin dall'inizio, e totale; siamo stati molto fortunati, soprattutto in un periodo come questo in cui le etichette si trovano ad avere difficoltà oggettive ad investire sui gruppi; "Muscolo Cuore" è stato registrato in cinque giorni all'Elfo Studio, tra le colline piacentine, un posto molto bello e accogliente; il contributo dell'Elfo è stato molto importante e le persone che ci hanno seguito durante la registrazione (Alex Lizzori, Daniele Mandelli e Alberto Callegari) sono state davvero disponibili e professionali, curando ogni aspetto fin nei minimi particolari con entusiasmo e generosità.

State già componendo nuovi pezzi, quelli che daranno un seguito al vostro esordio, ed in caso affermativo, la direzione stilistica rimanda al debut?
In questi ultimi mesi si è mosso tutto in maniera vertiginosa e stiamo ancora cercando di capire come muoverci per il futuro, valutando le varie opportunità che ci si sono presentate. Sicuramente dopo l'estate cominceremo a lavorare sul nuovo disco, abbiamo già una ventina di pezzi pronti per un altro album, ma non diremo di più!

Gran finale: chi sono gli Alcova nella vita di ogni giorno? Sogni, speranze, illusioni, paure...
Gli Alcova sono esattamente come appaiono: sempre festa in versione delirio e rock'n'roll!

Recensioni: Muscolo Cuore


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