Rock Impressions
 

INTERVISTA AGLI AKACIA CON STEVE STORTZ (versione inglese)
di Giancarlo Bolther

Il nuovo album This Fading Time è abbastanza diverso, i brani sono più brevi ed è più sperimentale e ricercato, mi puoi dire qualcosa di più?
Dopo aver realizzato un album con delle orchestrazioni molto heavy come The Brass Serpent, abbiamo cercato di realizzare un disco che suonasse come un live. La maggior parte dei brani sono stati registrati in presa diretta nella nostra sala prove e abbiamo aggiunto pochissime sovraincisioni. È vero, le canzoni sembrano corte se paragonate ai nostri due album precedenti, ma sono comunque più lunghe della media delle canzoni pop. Credo che lo spirito sperimentale dell’album dipenda in gran parte con la nostra ricerca interiore e le nostre meditazioni su alcuni aspetti della vita e la gloria del nostro mondo che si sta dissolvendo.

L’artwork ricorda il 9/11, così come anche il titolo dell’album, qual è il messaggio che volete dare con questo disco?
La copertina si collega molto bene con il brano “In the Air”, questo è il motivo per cui l’abbiamo scelta. Gli eventi del 9/11 ci hanno veramente shoccati ed è solo oggi, cinque anni dopo, che Mike Tenenbaum si è sentito pronto per mettere i suoi sentimenti in una canzone. Ma le tragedie di questo mondo non sono prive di senso.

Cosa pensate di questo periodo, siete ottimisti o temete il futuro?
La Bibbia con chiarezza mostra che le cose prima di essere migliori sono sempre molto brutte. Sarebbe folle e impossibile predire quando arriverà la fine dei tempi, anche se ovviamente ogni giorno che passa si avvicina un po’ di più. L’America come potenza mondiale sembra essere sull’orlo della crisi e se perdiamo la fede in Dio avremo davanti un periodo veramente drammatico. Ciononostante lo Spirito si muoverà in altre direzioni dove le persone sono più ricettive rispetto al messaggio del Vangelo. La storia ci insegna che le nazioni nascono e muoiono, quindi la paura per il nostro paese non deve necessariamente significare che siamo pessimisti.

La copertina è stata dipinta dal leggendario Paul Whitehead, come siete entrati in contatto con lui?
La nostra casa discografica, la Musea, ci ha suggerito di usare un suo lavoro per la nostra copertina, così abbiamo contattato il suo agente attraverso il suo sito web. Per noi è stato un grande onore poter usare un disegno dello stesso artista che ha creato le leggendarie copertine degli album dei Genesis.

Voi avete un sound molto seventies, quanta tradizione e quanta modernità ci sono nella vostra musica?
Un sound settantiano è assolutamente il nostro obiettivo. Siamo tutti cresciuti ascoltando Yes, Genesis, Pink Floyd e tutti gli altri grandi di questo genere di musica. Su queste influenze si basa principalmente il nostro sound, ma ascoltiamo anche gli Spock’s Beard, i The Flower Kings, i Porcupine Tree e le nuove prog bands in genere.

Che responsi avete alla vostra musica?
Abbiamo avuto un’ampia gamma di responsi, come ci si può aspettare. Abbiamo avuto un certo successo su Mindawn.com coi nostri due primi albums e siamo stati trasmessi in radio in molti paesi. In particolare siamo rimasti molto colpiti quando il giornalista S.T. Karnick ha indicato An Other Life come il miglior debut album del 2003.

Secondo te quali sono le principali differenze fra i vostri albums?
An Other Life ha preso vita dalle nostre prime sessioni di prove. Abbiamo usato la musica che Mike aveva in mente, ma che aveva bisogno di un trattamento prog. Dopo che abbiamo visto i primi giudizi positivi e letto le prime critiche sulla nostra musica, ci siamo avventurati in un progetto più ambizioso che è sfociato nell’album The Brass Serpent, che è molto più di un concept album. Col terzo disco siamo voluti tornare ad un songwriting più organico, facendo della musica che prendeva vita dalle nostre sessioni prove suonando tutti insieme.

Se non mi sbaglio avete una nuova tastierista, cosa mi puoi dire di lei?
Tricia Lee è un’ottima bassista, ma è molto brava anche a improvvisare con le tastiere. Ha contribuito col suo talento alla riuscita del nostro terzo album e il suo stile con le tastiere ha avuto un peso determinante sulla direzione che hanno preso i brani. Lei è un’amica di Mike Tenenbaum da molto tempo e in precedenza hanno suonato insieme anche in altri gruppi.

Suonerete dal vivo a supporto del nuovo cd? Cosa caratterizza le vostre esibizioni dal vivo?
Abbiamo suonato molte volte The Brass Serpent dal vivo, in particolare quando abbiamo suonato in supporto a Neal Morse durante il suo ultimo tour. Per il momento non abbiamo pianificato un tour in supporto a This Fading Time, perché abbiamo iniziato subito a lavorare su della nuova musica.

Cosa pensate della scena prog attuale?
Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie di scambiare musica e raggiungere i fans sta aiutando molto i gruppi di musica prog a crescere e fiorire come non è mai successo prima. La musica migliore probabilmente raggiungerà i livelli più alti e troverà il suo giusto seguito di fans. È un momento magico per i musicisti.

Secondo voi quali sono i futuri sviluppi per il progressive?
Probabilmente i fans del prog incomincieranno ad usufruire della musica prog attraverso le radio satellitari e internet. Dopo che il genere è stato in mano a gruppi mainstream che se ne sono innamorati, finalmente tornerà ad essere suonato dai musicisti che lo amano per davvero.

Molti fans del vecchio prog odiano i Dream Theater e il new prog in genere, ma qualcuno afferma che non ci sarebbero giovani che ascoltano i primi Genesis o i King Crimson senza la popolarità raggiunta dai Dream Theater, cosa ne pensi?
Non c’è alcun dubbio che i gruppi come i Genesis e i King Crimson non potrebbero continuare ad avere fans senza il contributo dei gruppi di oggi. La speranza è che le nuove bands riescano a dare un contributo originale. Non dovrebbe esserci questo incessante paragone di ogni album nuovo con Foxtrot o Close to the Edge o Starless and Bible Black.

Tutti associano il prog alla musica inglese degli anni settanta e conosciamo molto poco dei gruppi prog americani, mi puoi raccontare qualcosa di più della scena prog USA degli anni ’70?
Siamo ancora in una fase di riscoperta di tutta la portata del panorama legato alla scena prog americana degli anni ’70. Molta della musica migliore è rarissima e può essere anche molto costosa.

Voi diffondete messaggi religiosi con i vostri testi, solitamente sono pochi gli artisti che fanno prog con testi cristiani (penso a Neal Morse, a Kerry Livgren coi Proto-Kaw, ai Saviour Machine), come vi è venuta l’idea di fare della musica prog cristiana?
Siamo tutti cristiani nel gruppo e siccome la musica è un mezzo che ha una forte componente spirituale, abbiamo deciso di usare la nostra musica per canalizzare messaggi di spiritualità cristiana. Se guardi le compilation CPR (ndr. sono già usciti due doppi cd, www.cprogrock.com), vedrai che ci sono molti più artisti di prog cristiano di quanti immagini. L’industria legata alla musica cristiana è molto limitata in termini di sound proposto sul mercato, per questo motivo stiamo cercando di raggiungere principalmente i fan del prog senza passare attraverso i canali tipici della musica cristian.

Mi puoi dire qualcosa di più del progetto CPR e dei suoi fini?
Ci sono due obbiettivi principali. Il primo è che vogliamo far conoscere ai fans della musica cristiana quanto prodotto in ambito prog in questo genere, perché le radio cristiane più popolari di solito non trasmettono questa musica e le principali label cristiane non hanno in scuderia gruppi prog. Il secondo è che vogliamo far conoscere ai fans del prog la musica prog fatta da artisti di ispirazione cristiana.

Mi puoi raccontare in che modo Gesù ha cambiato le vostre vite?
Come salvatore, ci ha dato la possibilità di vivere liberi dal deprimente senso di colpa generato dai nostri peccati. Come Signore, ci ha comandato di andare per il mondo per testimoniare il Suo amore. È stato molto generoso con ognuno di noi attraverso le nostre esperienze cristiane, ha soddisfatto i nostri bisogni e ha diretto i nostri passi. Senza di Lui, vivremmo le nostre vite per noi stessi, pensando solo al nostro tornaconto e al nostro benessere e subendo le conseguenze dei nostri peccati senza perdono.

Quanto è duro condurre una carriera artistica col vostro credo?
Bisogna pensare al mondo del prog. Le etichette cristiane non vogliono aver niente a che fare con la musica progressive e alcuni fans del prog ci rimproverano che non vogliono ascoltare testi a sfondo cristiano. Di sicuro non saremo mai ne ricchi ne famosi, ma questa non è la nostra missione.

Sembra che ci sia un crescente interesse verso la spiritualità, lo avvertite anche voi?
Questo è un soggetto complesso. C’è sempre stato un interesse crescente nei confronti della “spiritualità”, ma questo non significa che sia un interesse nei confronti della Cristianità. Molto dell’interesse crescente verso la spiritualità si sta convogliando in aree tradizionalmente chiamate “occulte” come l’Astrologia, le credenze New Age e così via. Il fatto che tu ti senta “spirituale” non significa per forza di cose che sia anche vicino a Dio.

Tutti hanno sperimentato momenti duri nella loro vita, ma Gesù ci ha insegnato come superare le difficoltà, mu puoi parlare delle vostre?
Alcuni di noi nel gruppo hanno dovuto combattere contro problemi finanziari, ma con la preghiera e la fede tutti i nostri bisogni sono stati sistemati. Ci sono stati anche problemi di salute e Dio ha portato guarigione e pace. Inoltre Dio ha provveduto esattamente con la giusta soluzione per un problema di salute di un bambino di uno di noi.

Cosa pensi dell’attitudine di associare l’hard rock e l’heavy metal con testi negativi?
La storia della cristianità è piena di esempi di musiche rigettate a causa più della loro forma che dei loro contenuti. Ma in sostanza sono i contenuti che contano alla fine. Ci sono delle canzoni scritte da gruppi di heavy metal che glorificano Dio meglio di molti inni cantati nelle chiese. Ovviamente, l’heavy metal ha attirato molti musicisti ansiosi di cantare il male, ci sono degli stereotipi su questo genere. Ciononostante ci sono gruppi come i Bride, i Messiah Prophet, i Vengeance Rising, i Deliverance e i Bloodgood che hanno creato della musica cristiana molto potente.

Secondo voi i testi possono veramente influenzare i giovani ascoltatori?
Si. Saresti sorpreso se dovessi sapere quanto spesso i testi vengono in mente alle persone quando devono prendere una decisione. Poi i testi possono rafforzare dei comportamenti sullo stile di vita, comportamenti verso le autorità e verso il senso della vita. Aristotele ha scritto che quando i metodi della musica cambiano, cambiano insieme anche le leggi fondamentali dello stato.

Che tipo di feedback state ricevendo rispetto ai messaggi contenuti nei vostri dischi?
Alcuni detestano i messaggi di natura cristiana. Alcuni li accettano, ma vorrebbero che smettessimo di diffonderli. Altri li ignorano. Poi ci sono quelli che vengono incoraggiati. Noi speriamo che alcuni li possano ascoltare per la prima volta e che provino il desiderio di saperne di più.

Ci sono state delle critiche che vi hanno ferito?
No, ognuno è libero di avere un’opinione personale e nessuno deve essere obbligato ad apprezzare la nostra musica. Noi prendiamo le critiche come un’occasione per crescere e migliorare. L’unica cosa che non accettiamo è di compromettere il nostro messaggio.

Ci sono persone che credono che seguire Gesù equivalga a perdere la libertà, voi cosa rispondete a questo?
La Bibbia dice che senza Gesù noi siamo schiavi del peccato. In altre parole, noi commettiamo dei peccati sia che lo vogliamo o meno. Noi pecchiamo anche subito dopo aver vissuto un’esperienza positiva. Non riusciamo a smettere anche se siamo stanchi di peccare. È la condizione umana che ci porta ad essere servitori del bene o del male e quindi possiamo scegliere se servire Cristo o la nostra natura peccaminosa.

Avete una parola di speranza con cui chiudere questa intervista?
Gesù ti conosce e sa di cosa hai bisogno e Lui per te vuole grandi cose grandi cose per il Regno dei Cieli. Lascialo agire. Cercalo e lo potrai incontrare!

GB

Recensioni: An Other Life; The Brass Serpent; This Fading Time

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