Rock Impressions

Airportman - Letters AIRPORTMAN - Letters
Lizard Records / Pick Up
Distribuzione italiana: si
Genere: Post Rock
Support: CD - 2008


I Cuneesi Airportman con “Letters” sono alla settima uscita discografica. Oggi li ritroviamo con la line-up a tre elementi, con Giovanni Risso, Marco Lamberti e Paolo Bergese. Il sound della band è pressoché lo stesso, leggermente mutato, più minimale. Questa non è una pecca, per chi ama arie leggiere, quasi sussurrate, delicate e soffici potrebbe essere solo che una constatazione effimera. Infatti il disco si basa molto sui suoni di chitarra acustica e tastiere, con l'aggiunta di rumoristica varia e qualche sprazzo di elettronica. Le tracce sono nove, tutte strumentali ed alquanto malinconiche. Sembra quasi di ascoltare una ulteriore ed estrema evoluzione degli Anathema, tanto per intenderci.

Questi nove brani non hanno un titolo, sono semplicemente catalogati come Trk 01, Trk 02…etc. La band ha esperienza sopra le spalle ed un ruolino di marcia davvero invidiabile, con la media di un disco all’anno. E come un buon vino, gli anni ne arricchiscono il sapore. Si va al sodo, senza troppi fronzoli. Suoni che descrivono lettere confidenziali, quelle che i componenti della band si sono scambiate fra di loro, perché c’è legame affettivo e confidenziale. Testi si possono leggere (con la lente di ingrandimento) nel cartone della cover. Le tastiere supportano molto, pur non essendo mai invasive. La malinconia dei suoni ipnotizza, tendente ad uno stato d’animo più oscuro che radioso. Fotogrammi gotici possono affiorare alla mente, fino a raggiungere il buio totale, quello della conclusiva “Trk 09”. E’ un disco intimistico, dove l’anima degli artisti si mette totalmente a nudo, dove l’emotività interna sembra fragile come un sottile vetro. Suoni delicati vengono spezzati da rumori di presenza umana, come respiri o quant’altro, questo per far si che il volo di fantasia, abbia sempre il supporto tranquillizzante della presenza fisica del corpo.

Anima e corpo, fragilità ed emotività, queste sono le sensazioni che “Letters” riesce a trasferirmi. Niente Rock, niente batteria (Drums machine) o basso, solo suoni che fluttuano da un lato all’altro della mente. Riconosco la difficoltà di acquisizione di un prodotto del genere, ma vi assicuro che è colonna sonora perfetta di certe serate passate in solitudine ad ascoltare ad occhi chiusi, perché nella vita c’è bisogno di tutto, anche di un momento di malinconia e di relax. Stacchiamo la spina assieme agli Airportman e fermiamoci a riflettere. Restiamo sospesi nell’aria. MS

Altre recensioni: Nino e L'Inferno
; David; Il Raccolto


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