Rock Impressions

30 SECONDS TO MARS Live in Roma, Rock in Roma 20/06/14
di Giancarlo Bolther

Lo scorso anno ho provato la grande soddisfazione di andare al concerto dei Green Day con mia figlia, quest’anno abbiamo fatto il bis coi 30s To Mars, il gruppo capitanato da Jared Leto, attore recentemente premiato con l’oscar per Dallas Buyers Club (al suo attivo circa ventisei lungometraggi e quattro serie televisive), regista (in particolare di videoclip) e appunto cantante e musicista (suona diversi strumenti), un artista a tutto tondo insomma.

Così, mio malgrado, mi sono trovato di buona mattina in coda sotto il sole cocente di Roma in attesa dell’evento serale, mentre mia figlia socializzava con le fans del divo Leto (la percentuale di ragazze era decisamente alta, qualcosa come quindici a uno), fortunatamente la temperatura nei giorni precedenti si era leggermente abbassata. Devo dire che l’organizzazione non ha gestito proprio bene l’attesa, ad esempio erano stati installati solo due bagni chimici con una coda immensa di persone, è vero che ogni tanto distribuivano gratuitamente bottigliette d’acqua, ma ho l’impressione che si sarebbe potuto fare molto di più, per rendere meno penosa l’attesa in coda sotto il sole martellante.

Con un ritardo di mezz’ora si sono aperti i cancelli dell’Ippodromo delle Capannelle e tutti sono entrati come un fiume in piena. Sul palco ad aprire la serata cera Dj Armandino, del quale francamente non so proprio nulla. Il buon dj ha iniziato la sua performance mixando dei classici del rock, tanto per andare sul sicuro, Pink Floyd, Jean Michel Jarre, Queen… e il pubblico cantava e ballava, poi sono arrivati pezzi più ritmati e meno riconoscibili (per me), insomma più ballabili con parte dei presenti che ha gradito, poi ancora una sterzata verso il rock e ho apprezzato la scelta di mettere in scaletta i Placebo.

Per tutto il tempo Armandino stava concentrato sul suo impianto e sui suoi dischi, tranne un paio di brevi occasioni in cui ha guardato se gli astanti partecipavano. Ora senza nulla togliere alla professionalità e alla bravura di Armandino o alla scelta dei pezzi, mi chiedo il senso di tutto questo, mi chiedo perché ad un concerto devo vedere uno su un palco che sta per tutto il tempo con la testa sui suoi dischi per farci ascoltare musica (registrata) già nota, mi chiedo cosa c’entrasse con i Thirty Second To Mars, mi chiedo a chi sia venuto in mente di inserire un dj prima di un gruppo rock, con tutti i bravi artisti italiani che hanno bisogno di suonare, solo a Roma si poteva chiamare i Belladonna, Eleonora Giudizi, ma potrei perdermi in un elenco infinito di nomi, fatto sta che per me non ha senso andare ad un concerto per vedere uno sul palco che mixa dischi.
Dj Armandino

(purtroppo non sono riuscito a fare foto ai 30s, perché l'entusiasmo delle fans non me lo ha permesso)

Chiusa la parentesi Armandino è arrivato il momento tanto atteso di vedere il gruppo statunitense all’opera. Durante il giorno già erano circolate voci poco promettenti, in quanto il batterista della band, Shannon fratello di Jared, pare si fosse fatto arrestare per la poco onorevole accusa di aver guidato in stato di ebbrezza, di fatto non era presente sul palco. Jared è entrato vestito di bianco sventolando una bandiera e con in testa una corona, non c’erano dubbi era il re incontrastato del palco e lo è stato dall’inizio fino alla fine dello show, un vero dominatore. Lo spettacolo è stato riorganizzato per coprire l’assenza del drummer e devo dire che per quanto mi riguarda non è stata un’assenza da poco, però è anche vero che la band è stata molto brava a gestire la situazione con efficacia e alla fine il bilancio è stato molto positivo. Alcuni brani sono stati eseguiti in acustico da Jared, che non si è dimostrato un chitarrista particolarmente dotato, ma le canzoni hanno funzionato bene lo stesso.

Sono tante le cose che mi vengono in mente di questa serata particolare, ma soprattutto mi ha colpito l’attenzione espressa da Leto verso i fans, con un senso enorme dello spettacolo, ne ha chiamati a decine sul palco, ha continuamente dialogato con loro durante tutto lo show, ha scherzato sul suo cattivo italiano, dimostrando una simpatia consumata da uomo abituato al palcoscenico. Ha scherzato Leto, ironizzando sulla pronuncia italiana del suo nome:
“Come ti chiami?”
“Marco”
“Bellissimo nome Marco, io mi chiamo Gelato!!!”
e così ha conquistato tutti.

Jared ha abbracciato i fans e li ha resi veramente partecipi dello show cercando di eliminare il più possibile la distanza tra la “star” e il suo pubblico, ad un certo punto ha chiamato sul palco qualcosa come due o tre cento ragazzi contemporaneamente, immagino che la sicurezza si sia messa a tremare in quel momento, ma per i ragazzi è stata una consacrazione decisiva, per loro i 30sTM sono diventati un mito indelebile. In un certo senso la musica è passata in secondo piano. Alcuni brani della band sono veramente molto belli, un mix di rock alternativo, post rock ed elettronica, per un sound moderno che non è facilmente etichettabile, non è un caso se hanno vinto una valanga di premi e riconoscimenti, ma la cosa che mi ha colpito di più è stato proprio il rapporto stretto col pubblico, in tanti anni che vado a concerti è la prima volta che vedo una cosa simile e posso solo immaginare cosa questo abbia voluto dire per i giovani presenti. Un concerto memorabile. GB


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