Rock Impressions

Cat Scratch Fever CAT SCRATCH FEVER
A Tribute to Ted Nugent
Mausoleum Records

Quante cose che si potrebbero scrivere su Ted Nugent, uno dei chitarristi più selvaggi in circolazione fin dagli anni sessanta. Di certo è un artista controcorrente, fieramente di destra, favorevole alle armi e grande appassionato di caccia, salutista, contrario all’uso di droghe e di alchol, ma al tempo stesso indomabile e geniale, tutte qualità che di certo non hanno attirato simpatia, ma di fronte al suo grande talento anche i più critici hanno dovuto ammetterne la bravura.

Animale da palcoscenico si impone giovanissimo con i suoi Amboy Dukes suonando anche trecento concerti all’anno, viene dalla Motor City (Detroit) un posto dove si respira musica veramente dura, non a caso sforna artisti del calibro di MC5 e Stooges e il nostro duetta con Wayne Kramer e Frank Marino, nel ’76 lancia un giovanissimo Meat Loaf nel disco Free For All e miete vasti consensi di pubblico incarnando sempre e comunque l’aspetto più puro dell’artista “Wild Madman”.

Io non sono mai stato un suo fan, ma questo tributo mi fa veramente piacere e poi ci sono dei nomi che non lasciano dubbi: John Coraby (Motley Crue), Marq Torien (Bullet Boys), Taime Downe (Faster Pussycat), Kory Clarke (Warrior Soul), Phil Lewis (L.A. Guns), Stevie Rachelle (Tuff), Kelly Hansen (Hurricane), Alex Mitchelle (Circus Of Power), Jani Lane (Warrant), Jizzy Pearl (Love Hate/Ratt) e Spike (Quireboys), scusate se è poco. La line up si completa con Jake E. Lee e DJ Ashba che si dividono le parti di chitarra, mentre Chuck Garric si occupa del basso e Randy Castillo della batteria, più il contributo di Matt Thorne in un paio di brani.

La musica nel lettore scorre veloce come un cavallo selvaggio nelle grandi praterie americane, è potente e graffia, morde e sprigiona tanta energia da lasciare senza parole. Ted ha sempre avuto un songwriting facilmente riconoscibile e gli artisti qui coinvolti se ne sono appropriati per rendergli un tributo di cui andare veramente fieri e per quanto ho già espresso è perfino meglio di un “best of”.

Non sono un patito dei dischi tributo, ma questo mi ha veramente convinto e penso sia ottimo sia per i vecchi fan che per chi volesse iniziare ad avvicinare Ted “Wild Madman” Nugent. GB



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