Gruppo 
            sfortunato le cui radici risalgono addirittura al '69, ma che solo 
            nell'83 è arrivato ad incidere l'album che abbiamo per le mani. 
            Oggi la band si è riformata con la speranza di dare un seguito 
            a questo interessante esordio. 
             
            Il chitarrista Pierre Cauvin nel frattempo ha prodotto un paio di 
            dischi solisti, mentre il bassista Marcombe e il batterista Lamarque 
            hanno dato vita ai Post Image, con cinque dischi all'attivo e vari 
            concerti di supporto a nomi del calibro di Miles Davis, Tony Williams, 
            Herbie Hancock e John McLaughlin. 
             
            La musica proposta dagli Uppsala, come si può intuire, è 
            una ruvida miscela di Magma e fusion: cambi di tempo e virtuosismi 
            mozzafiato per un jazz rock folle, ma sempre godibile. Anche i passaggi 
            più arditi non sfuggono ad una melodia di fondo sempre ben 
            riconoscibile e apprezzabile. I brani possiedono una notevole forza 
            evocativa, molto oscura e drammatica, con ritmi serrati, spesso dal 
            sapore etnico e tribale. La presente ristampa è arricchita 
            con tre bonus tracks, tre brani live registrati nel '95. I brani, 
            esclusa la title track sono tutti abbastanza brevi, ma presentano 
            continui cambi di tempo e d'atmosfera. Già l'iniziale Algarade 
            è molto rappresentativa della forte versatilità del 
            gruppo. 
             
            Il cantato rappresenta la parte più ostica, rifacendosi pesantemente 
            alle tradizione eccentrica dei Magma che usavano la voce come uno 
            strumento, un utilizzo puramente fonetico. Un album da riscoprire. 
            GB 
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