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            siamo, ecco un'altro gruppo di gothic metal con cantato maschile growl 
            e controcanto femminile angelico, ma la parola "originalità" 
            ha ancora senso?
 Di certo non per questo gruppo tedesco di sette elementi che è 
            giunto al secondo capitolo discografico dopo due anni dall'esordio. 
            I soliti suoni, le solite trovate, le solite linee melodiche, gli 
            stacchi sempre uguali, ma a chi può interessare un disco come 
            questo? Ci sono tonnellate di cd più originali, mi viene nostalgia 
            per gli Iron Maiden e i Cure più ripetitivi.
 
 Ben tredici sono i titoli che compongono l'album, ma già alla 
            quarta traccia viene voglia di chiudere il discorso, ma per senso 
            di dovere procedo oltre. Il metal in doppia cassa è ora cadenzato 
            come nella piacevole "King Atlas" ora più aggressivo 
            e irruente come nella successiva "I Decline". "Descenders" 
            è un episodio a parte con l'intro a base di piano e violoncello, 
            quasi non credo alle mie orecchie, ma poi entra il gruppo e rovina 
            tutto.
 
 Alla fine ci sono riuscito, sono arrivato fino all'ultimo solco del 
            cd, ma non ho trovato niente da salvare, mi spiace. GB
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