Rock Impressions

Silent Edge SILENT EDGE - The Eyes of the Shadow
DVS Records

Gli olandesi Silent Edge dopo sei anni di gavetta arrivano al debutto discografico con questo vigoroso album che si pone come ideale crocevia fra il power metal progressivo dei Symphony X e il gusto neoclassico e pomposo dei Royal Hunt e per questi ultimi spesso si sfiora il plagio.

Una formula che quindi non risulta particolarmente originale, ma che non mancherà di piacere agli appassionati del genere. Si parte con la dinamica "Through Different Eyes", doppia cassa e tastiere in grande evidenza sono le prime cose che si notano, la voce pulita e potente di Willem Verwoert è perfetta per questo genere, mentre il chitarrista Emo Suripatty (che suona anche le parti di basso) produce un chitarrismo nervoso molto efficace, il brano in se non è niente di miracoloso. Le tastiere sontuose e barocche di "Savage Symphony" ricordano in modo sfacciato i gruppi citati, mentre le linee melodiche sembrano estrapolate da Moving Target. "Wasted Lands" ha un inizio molto drammatico ed evocativo con un incedere lento e cadenzato, in effetti, è un brano più interessante e personale dei due precedenti. "The Curse I Hold Within" a sorpresa propone una chitarra acustica dolcissima in stile vagamente gitano, la voce di Willem in questo contesto emozionale è da brividi. "Crusades" ritorna sui passi iniziali con una doppia cassa piuttosto fastidiosa e un andamento solenne ed epico abbastranza convincenti, poi iniziano i solos di tastiere e chitarra che spengono ogni emozione. Sulla stessa scia si propone "For Ancient Times", il batterista corre come un ossesso, ma non aggiunge pathos, la prova migliore è ancora quella del singer, poi verso metà il brano si complica con dei tempi interessanti. "Lost Consience" è un lento sofferto e metallico, non riuscitissimo ma personale. "Under a Shaded Moon" è insignificante, così come la cavalcata della prima parte di "Rebellion", che è l'unico brano che si sforza di essere almeno un po' "progressivo".

Bisogna ricordarsi che si tratta di un disco di debutto, pertanto il gruppo ha tutto il tempo di crescere e migliorare e questa prima prova non è poi così male. GB



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