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 OBBLIGHI E DOVERI DEI CRISTIANI
 
 È opinione diffusa che il cristiano sia colui che non può 
            fare determinate cose, colui su cui incombono una serie di norme e 
            di “comandamenti” da rispettare per essere degno del Paradiso.
 
 Ma cosa dice San Paolo?
 “Fratelli, Dio, ricco di misericordia per il grande amore 
            con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha 
            fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. 
            Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in 
            Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria 
            ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi 
            in Cristo Gesù.
 Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò 
            non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, 
            perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati 
            in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché 
            le praticassimo.” (Lettera agli Efesini, Capitolo 2, versetti 
            4-10)
 
 In particolare mi colpiscono queste parole:
 “Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; 
            e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né 
            viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.”
 
 Quindi noi non determiniamo la nostra salvezza con le nostre opere, 
            non andiamo in Paradiso perché seguiamo o meno i “comandamenti” 
            e i precetti, ma andiamo in Paradiso perché Gesù è 
            morto per noi, questa è la fonte della salvezza.
 
 Quello che ci viene chiesto è di credere, la fede si gioca 
            sul riconoscere o meno che Gesù è morto per noi. Questo 
            non vuol dire però che possiamo fare quello che vogliamo perché 
            tanto siamo già salvi, ma ci rende consapevoli dell’amore 
            di Dio nei nostri confronti, un amore che non può lasciare 
            indifferenti.
 
 Dice Giovanni nel suo Vangelo:
 “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il 
            mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede 
            in lui non è condannato, ma chi non crede è già 
            stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito 
            Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta 
            nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché 
            le loro opere erano malvage.” (Vangelo di Giovanni, Capitolo 
            3, versetti 17-19)
 
 Queste parole portano i cristiani a cercare le opere della luce, non 
            per paura di un castigo, perché Gesù non è venuto 
            per giudicare il mondo, o perché queste ci vengono imposte, 
            ma perché all’amore si risponde con l’amore. Chi 
            non crede all’amore resta nelle tenebre e in questo si gioca 
            la nostra libertà: credere o meno all’amore di Dio.
 
 Non ci viene chiesto di seguire un decalogo, il cristiano non compie 
            le opere delle tenebre perché sa di essere amato e non per 
            paura di un castigo. Chi si sente amato ama a sua volta, perché 
            l’amore è contagioso. Chi sceglie le tenebre rifiuta 
            l’amore di Dio e quindi si condanna da solo.
 
 Ma non è mai troppo tardi per riconoscere e credere all’amore 
            di Dio.
 
 Giancarlo Bolther
 
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