Rock Impressions

Opus Est OPUS EST - Opus I
Musea

Dal cappello magico della Musea da cui sono uscite delle ristampe incredibili e per continuare questa tradizione ecco riemergere dalla Svezia questi sconosciuti Opus Est, un gruppo nato nella seconda metà degli anni settanta e che ha pubblicato questo unico album nell'82, in piena rinascita del movimento prog e che subito dopo è scomparso a causa del disinteresse generale.

Forse se fossero usciti anche solo un paio di anni dopo il loro destino sarebbe stato diverso, ma il destino con loro è stato impietoso. Questa ristampa rende un po' di giustizia e per l'occasione è stata arricchita da due brani scartati per limiti di capacità del vinile originale e da un brano live.

Il sound molto ricco e strutturato di questi ragazzi colpisce fin dal primo ascolto e anticipa profeticamente l'ondata di talenti che sta sfornando la loro patria da oltre dieci anni a questa parte. Prog rock molto dinamico e pomposo, con un uso tagliente delle chitarre e largo spazio alle intemperanze del talentuoso tastierista, per certi versi ricordano i Pallas e hanno vari punti in comune con il movimento che proprio allora nasceva in terra d'Albione.

"The Bonfires" presentà subito la forte carica vitale della band con le sue ritmiche articolate e le tematiche epiche. C'è una certa ingenuità giovanile di fondo che traspare, ma conferisce un'atmosfera un po' incantata che non stona. Il discorso continua coi brani successivi che mantengono una certa unità compositiva pur senza ripetersi. Belle anche la lunga e drammatica "Times" e la sognante "O What is That Sound", ma è un album che bello nel suo insieme.

E' una fortuna che qualcuno abbia voluto ristampare questo disco. GB



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