LA
NWOBHM
di
MAX SALARI
Girando di recensione in recensione e di rivista in rivista , quante
volte abbiamo letto il termine NWOBHM? Sicuramente tante,si intuisce
che sia stato un movimento musicale, ma quale? Cosa vogliono dire
le lettere NWOBHM? Quali sono stati i gruppi fondamentali del genere?
In questo piccolo “contenitore” si vuole tracciare una
mappa del movimento a partire dalle origini passando per i complessi
e le canzoni più significative,andiamola a scoprire insieme:
LE ORIGINI
Tanto per iniziare NWOBHM è l’abbreviazione di New Wave
Of British Heavy Metal.
Conosciamo molto bene i colossi come Led Zeppelin , Black Sabbath,
Uriah Heep e Deep Purple,tanto per citare i più famosi e sappiamo
pure quanta importanza storica hanno avuto per la nascita dell’Heavy
Metal. Sono gli inizi degli anni ’70, la chitarra elettrica
distorta comincia a fare proseliti fra gli amanti del Rock più
aggressivo, fra coloro che vogliono prendere le distanze dal sistema
che li circonda, quelli che vivono la strada ai quali la vita sembra
aver voltato le spalle, quelli che hanno la voglia di gridare il loro
dissenso alla società così forte per sentirsi più
vivi che mai! Grida di rabbia violente proprio come le loro chitarre,
questi sono i primi Metallari. J. Hendrix è fra i precursori
di certi suoni e approcci con il proprio strumento, tanto da diventare
un idolo tutt’oggi ancora mai troppo rimpianto. Nascono vere
e proprie icone, un esempio su tutti Robert Plant dei Led Zeppelin,
così l’ascoltatore si incanta all’ascolto della
sua voce e si immedesima nelle sue magnifiche storie. Si ricerca disperatamente
ogni minima uscita discografica di questi “eroi”, anche
una misera registrazione live illegale (Bootleg),è ben accetta.
Da parte loro, l’impegno a migliorarsi è all’inizio
ragguardevole, ma con il passare degli anni le idee si impoveriscono,
il successo li appaga ed i conflitti interni per accaparrarsi la leadership
portano spesso e volentieri allo scioglimento del gruppo stesso. In
certi versi diciamo che i colossi dell’ ’Heavy Metal fra
il 1975 ed il 1977 conoscono un periodo di vera e propria crisi.
Nel frattempo nasce la New Wave la quale in se racchiude una miriade
di generi come il Punk, il Rockabilly, la psichedelia , l’elettronica
e quant’altro. Questa, influenza molti complessi ma proprio
a causa della sua ricca coalizione sonora, in breve tempo è
costretta pure lei ad andare in crisi d’identità tanto
da far rimanere ai posteri solo il suo termine. Molti combi non si
sentono più contenuti nella sua sigla.
La patria di tutto questo fermento è la Gran Bretagna, la nazione
che ha fatto storia con il Punk, sfruttandolo come mezzo di protesta
socio-politica (vedi Sex Pistols), del Progressive, il Rock più
“colto” con personaggi del calibro di Genesis, King Crimson,
Jethro Tull e Pink Floyd solo per citarne alcuni, insomma la sede
del Rock. La sete di Metal è grande pure agli inizi degli anni
’80 e le nuove leve riescono ad adeguare le fresche sonorità
New Wave a quanto i predecessori hanno loro insegnato, nasce la NWOBHM.
I GRUPPI MIGLIORI
Mi sembra doveroso sennonché logico cominciare con i mitici:
IRON MAIDEN- Gruppo dotato di straordinaria tecnica non ha teoricamente
bisogno di presentazioni, comunque il gruppo del bassista Steve Harris
è sicuramente uno fra i più imitati nel campo. Nulla
di simile sino ad ora si era potuto ascoltare, la vergine di ferro
sprigiona energia e rabbia come pochi sanno fare e la mascotte Eddy
(leggendario zombie che subirà le peggio trasfigurazioni da
LP in LP) all’incirca è il riassunto della musica degli
inglesi. Con canzoni del calibro di “Phantom Of The Opera”,
“Running Free” e “Transylvanya”, sanno immediatamente
distinguersi dalla massa e mettono in evidenza la loro elevata tecnica
strumentale. Impressionanti le loro performance live infarcite di
molto sangue (ovviamente finto) che annichilisce un pubblico sinora
vergine a certi atteggiamenti. E’ l’avvento della bestia!
Il cantante Paul Di Anno lascerà comunque molto presto Harris
e soci per passare il microfono al misterioso cantante dei Samson
“Bruce Bruce” Dickinson . Straordinari i dischi che produrranno
insieme sino ai giorni nostri restando sempre un faro nel mare Heavy
Metal. “Iron Maiden” , “Killer“ e “The
Number Of The Beast“ sono classici che nessun metallaro degno
di questa parvenza di nome deve mancare. Con “The Number…”
possiamo dire concluso il periodo NWOBHM e siamo circa nel 1983. “Run
To The Hills” è il pezzo estrapolato dall’Lp che
resterà il simbolo di questo movimento che se ascoltato anche
oggi sa stupire.
SAMSON- Ho appena nominato i Samson ebbene anche loro fanno parte
della grande famiglia. Prende il nome dal chitarrista sennonché
leader Paul Samson e nelle sue file milita come gia detto Bruce Dickinson.
Ma non è solo il cantante che i Samson condividono con i Maiden,
ma pure il batterista Clive Burr, anche se solo per un breve periodo.
I migliori dischi da loro propostici sono “Survivors”,
“H.O.” e “Shock Tactics”.
SAXON- Immensi dominatori della strada, artisti che vivono la vita
“on the road”, esempio vivente di coerenza e di professionalità,
questi sono i Saxon. Anche loro hanno resistito alle innumerevoli
mutazioni musicali negli anni arrivando sino ad oggi con una freschezza
più fulgida che mai. Riff taglienti come rasoi ed orecchiabili
sono la loro arma segreta, il leader carismatico Biff Byford con la
sua cintura a cartucciera porta i Saxon ad un grande successo in patria
e persino ad un discreto riconoscimento pure nella nostra penisola.
Il loro simbolo è l’aquila, non a caso “Wheels
Of Steel”, “Strong Arm Of The Law” e “Denim
And Leather” sono dischi che volano molto in alto, nelle classifiche
si intende…
Canzoni simbolo di questi anni oltre le omonime gia nominate sono:
“Motorcycle Man”, “Princess Of The Night”,
“Strangers In The Night” ed “Heavy Metal Thunder”,
veri e propri must!
DEF LEPPARD- Provenienti da Sheffield questi leopardi dell’Heavy
Metal assimilano nel proprio sound le sonorità “Class”
americane ottenendo uno stile che farà scuola a molti altri
gruppi. La sfortuna si accanisce con il loro batterista Rick Allen
che in un incidente perde un braccio ma non la voglia di suonare.
Una batteria studiata a posta per lui fa si che Rick possa proseguire
con successo il viaggio con i Def Leppard. Notevole il disco d’esordio
“One Through The Night” con i classici dal titolo “Hello
America”, “Satellite”, “Rocks Off” e
“Wasted”.
MOTORHEAD- Cosa dire allora dei grezzi Motorhead che ancora non sia
stato detto? Forse qualcuno non sa ancora che il soprannome del loro
leader bassista e cantante Lemmy deriva proprio dalla sua fama di
“braccio corto”, per il resto credo che sia stato detto
veramente tutto… Kilminster (vero nome di Lemmy) riesce a fondere
blues ed Heavy Metal fine anni ’70 amalgamando il tutto con
notevole potenza e, ciliegina sulla torta, con la sua roca voce. Ia
formazione triangolo Clarke, Taylor e Kilminster lasciano a noi gioiosi
ascoltatori un capolavoro del calibro di “Ace Of Spade”
, disco di rara potenza che non deve mancare a nessun fans del Metal!
Ancora eseguite in sede live a distanza di venti anni sono la stessa
“Ace Of Spade”, Fire,Fire” e “The Hammer”.
ANGEL WITCH- Durati la bellezza di poco più di un passaggio
meteoritico questi Londinesi sanno catturare l’attenzione di
tutti coloro che amano le atmosfere più Dark , traendo ispirazione
dalla letteratura nera medioevale. Ovviamente, visto il nome, trattano
pure di streghe e la bella voce di Kevin Heybourne riesce a suggestionare.
Dave Hogg alla batteria e Kevin Riddles al basso completano il trio.
Esordiscono nella mitica raccolta “Metal For Muthas” con
il brano “Baphomet” ed a loro insaputa sono fra i precursori
(se non proprio i primi) della NWOBHM. La loro casa discografica è
la stessa dei Mothorhad e delle Girlschool, la Bronze. Rimane alla
storia il disco “Angel Witch”.
GIRLSCHOOL- Appena citate queste quattro ragazze scatenate di Londra
esordiscono con il poco convincente “Demolition” causa
inesperienza (bella comunque “Demolition Boys”), ma notate
da Lemmy e soci si fanno aiutare nel convincente disco successivo
dal titolo “St. Valentine’s Day Massacre”. E’
comunque con “ Hit & Run” che si impongono prepotentemente
all’attenzione pure di quel pubblico che le snobbava perché
femmine ed in quanto tali prive di quella cattiveria che solo gli
uomini duri sanno esprimere. Molti metallari si sono dovuti felicemente
ricredere. Intressanti.
DIAMOND HEAD- Icone per gran parte dei gruppi nati agli inizi degli
anni ’80 hanno saputo miscelare armonie articolate con momenti
più duri rimanendo un gruppo che è saputo emergere dalla
mischia. La bellissima voce di Sean Harris è un'altra prerogativa
dei Diamon che scrivono brani come “Am I Evil” e “Helpless”
in seguito coverizzate dai “giovani” Metallica. Cercate
l’lp “Lightning to the Nations” , non ve ne pentirete….
HOLOCAUST- Ancora tanta potenza, questa volta ce la elargisce un quintetto
capitanato da Garry Lettice. Le influenze dei Black Sabbath sono marcate
e la chitarra di John Mortimer padroneggia in ogni solco. E’
proprio questo il problema, John, o meglio la sua personalità,
è troppo ingombrante nel gruppo e questo farà si che
gli Holocaust si sciolgano molto presto salvo poi ricomparire nei
più recenti anni ’90 (precisamente1997) sotto la forma
di trio e con solo John superstite del combo. L’ottimo ritorno
si intitola “Covenant” ed è un disco che sprizza
vero Metal da tutte le parti! Ma ritorniamo indietro nel tempo e ricordiamo
l’unico disco,se non vogliamo mensionare l’ EP “Coming
Through”, che i cavalieri metallici ci hanno lasciato ossia
quel “The Nightcomers” che racchiude in se gioielli come
“Shoot The Moon” e “Death Or Glory”. Indispensabili
per la NWOBHM ma veramente sfortunati in campo di vendite…
TYGERS OF PAN TANG- La tigre di Newcastle sa ruggire forte, sia con
il leader vocalist Jess Cox lasciando ai posteri dischi del calibro
di “Wild Cat” sia con Jon Deverill introducendosi fra
le fila del classico Heavy Metal. I concerti si susseguono abbastanza
frequenti e soprattutto i gruppi si coalizzano fra loro per dar vita
a dei veri e propri eventi musicali quali il “Reading Rock’80”
suddiviso in tre serate. Nella terza compaiono i TOPT con i Whitesnake,
Def Leppard ed i Sledghammer solo per fare tre nomi. Oppure ad ottobre
del 1980 al famoso “Marquee” assieme agli Angel Witch
ed ai Samson, insomma la sede live è fondamentale per la vita
di questo nuovo movimento musicale. Tornando alle tigri se comprate
“Spellbound” spenderete certamente bene i vostri Euro.
GIRL- Breve ma interessante pure la vita dei londinesi Girl che con
il loro trucco “Glam” non troppo marcato sanno unire immagine
e musica con grande naturalezza. Il loro Hard Rock si fa ascoltare
con piacere ed i dischi incisi sono due, “Sheer Greed”
e “Wasted Youth”. Phil Lewis è carismatico, il
trucco non richiama i Kiss ma in qualche modo hanno ha che fare con
loro visto che incidono la cover “Do You Love Me” tratto
da “Destroyer”. Sarà proprio questa canzone a farli
conoscere al grande pubblico.
VENOM- Abaddon, Cronos e Mantas compongono il trio diabolico che inventa
il Black Metal. Il loro merito sta nel fondere il suono Dark con lo
Speed Metal. Chitarre violente tirate a tutta velocità,anche
se nel tempo troppo ripetitive, sono il loro pane quotidiano, nulla
di simile si era ascoltato sino ad ora. E’ normale quindi che
il loro capolavoro “Welcome To Hell” diventi punto di
riferimento per molti complessi, persino di oggi!
RAVEN- Ovviamente intendo i Raven di allora e non quelli più
recenti, perché la follia, la potenza e la velocità
che avevano i loro primi lavori non hanno avuto più repliche.
Fortissimi e trascinanti i loro concerti erano pregni di pazzia schizoide
mista a tecnica strumentale non indifferente. Il primo “Rock
Until You Drop” è una testimonianza indelebile di quanto
descritto e anche se i successivi “Wiped Out” , “All
For One” e gli altri sono lavori onesti direi che i Raven con
Rock hanno detto già molto… Niente da dire, Newcastle
è veramente la patria di ottimi gruppi, almeno in quel periodo.
SWEET SAVAGE- Questo quartetto irlandese resta famoso soprattutto
per la presenza nei suoi ranghi del talentuoso chitarrista Vivian
Cambell (R.J. Dio). Fra le canzoni più interessanti per la
nascita del NWOBHM si ricordano “Take No Prisoners” e
“Eye Of The Storm”.
SLEDGEHAMMER- Provenienti da Slough vivono la loro esperienza musicale
nel tratto di un solo singolo e di un solo lp, ma che esperienza!
Sono messaggeri di un Heavy Metal Psichedelico figlio soltanto agli
Hawkwind e a pochi altri eletti. Anche loro incidono il loro singolo
per la collezione “Metal For Muthas”, in questo caso “Volume1”,
dal titolo “Sledgehammer”. Celebrali ma intressanti.
JAGUAR- Venuti dall’underground di Bristol i Jaguar del cantante
Rob Reiss è considerato gruppo di culto soprattutto grazie
all’impatto sonoro riconducibile solo ai Motorhead. Questo lo
si può riscontrare soprattutto nel bellissimo singolo “Back
Street Woman”. In futuro però decidono di dare una sterzata
al loro stile privilegiando sonorità Pop Metal cadendo nel
più ovvio anonimato, veramente un peccato.
VARDIS- Ancora un trio ed ancora un leader carismatico che in questo
caso ha il nome di Steve Zodiac (chitarra e voce). Una volta avevano
il nome Quo Vardis ed indovinate un po’ a chi somigliavano?
Bravi, proprio agli Status Quo (ricordate “Watever You Want”?).
L’energia sprigionata dai Vardis è pulita e gioiosa ed
il suono è un Boogie Metal che fa muovere istintivamente il
piede al suo ascolto. Ascoltate “If I Were King” e la
bella cover degli Hawkwind “Silver Machine” per credere.
TRESPASS- Un nuovo gruppo lampo, giusto il tempo di tre singoli, ma
che singoli…. Il gruppo del bravissimo chitarrista Mark Sutcliffe
che in seguito troveremo nei Mendes Prey, esordisce per la solita
compilation “Metal For Muthas” ma questa volta “Vol
2”, con il pezzo One Of These Days”. In questo gustoso
EP si gode della presenza di una canzone che molto sa emozionare dal
titolo “The Duel”.
L’IMPORTANZA DEI SINGOLI
Singoli dicevo, mai come nei primi anni ’80 escono così
tante realise perché?
Come già detto nel paragrafo “Le Origini”, la New
Wave stava ingoiando tutto quello che incontrava nella sua strada
proprio come un buco nero spaziale, ed allora per spezzare questa
indifferenza del mercato musicale metallico raggiunta in questo periodo
quale miglior mezzo se non quello più economico per attirare
l’attenzione su se stessi?
Oltretutto il singolo, soprattutto quello orecchiabile, è più
adatto al passaggio radiofonico.
Oggi questi piccoli vinili sono diventati la croce e la delizia dei
collezionisti i quali maledicono (ovviamente per modo di dire) tutte
quelle ristampe che oggi molte case discografiche stanno realizzando
per dare l’opportunità a tutti di godere di certi piccoli
capolavori, e forse anche perché non è che esca della
musica più tanto innovativa…
Senza ripetere i gruppi sopraccitati,ecco a voi alcuni altri molto
intressanti:
AGONY BAG- Recentemente ristampati da noi in Italia dalla Black Widow
gli Agony Bag dei folli Clive Jones e Clive Box (ex Black Widow) sono
fautori di un dark sound pregno di chitarre taglienti come lame. Il
45 giri “Rabies Is A Killer “ allora edito dalla fantomatica
casa discografica Monza (1980) è corredato di una copertina
glamoure e perversa con i componenti del gruppo in giarrettiere e
truccati insieme a due donnine seminude. Interpretazione vocale del
brano al limite della follia con tanto di ululati. Sax e chitarre
formano un’atmosfera molto particolare da rendere unico e gradevole
questo disco che veramente segna una pagina importante nel libro della
NWOBHM.
BLITZKRIEG- Il combo del cantante Brian Ross esce nel 1981 per la
Neat Records con il 45 “Buried Alive” . Il logo del gruppo
è bruttino, la copertina del disco contenente disegni di navi
e statue di fantasia (e poi sono veramente statue?) è quasi
infantile, ma il contenuto sonoro è eccezionale! Un muro di
note investe l’ascoltatore e la differenza fra il lato A ed
il lato B è inesistente, finalmente una volta tanto sono tutti
e due i brani da godere. La seconda canzone si intitola “Blitzkrieg”.
Se il compito di trovare questo 45 è incongruo allora cercate
la raccolta “NWOBHM ’79 Revisited” uscita nel 1990
per la Metal Blade Records. I brani sono scelti da un certo Lars Ulrich,
conoscete?
DARK STAR- Altro gruppo sparito presto nel dimenticatoio anche se
è uno dei pochi ad aver calcato il suolo Italico. Anche i Dark
Star hanno fatto parte della raccolta “Metal For Muthas Vol2”.
Il loro single ha fatto comunque storia nel genere, il titolo è
“Lady Of Mars” (Avatar-1980) e possiamo avvicinarlo al
suono Iron Maiden anche se leggermente più raffinato. Se per
caso dovreste incontrarlo non fatevelo scappare!
MONEY- Era logico che un gruppo elegante come questo nell’allora
periodo delle chitarre urlanti dovesse passare pressoché inosservato…
Ci troviamo al cospetto di uno dei 7” più lunghi della
storie discografica, quasi 18 minuti! “Money EP” (Hobo-1980)
con i suoi sognanti arpeggi di chitarra e la sua ottima produzione
è uno dei momenti più alti della NWOBHM.
SACRED ALIEN- Da Manchester arriva questo straordinario gruppo che
attinge a piene mani dalla fonte d’ispirazione Deep Purple e
Black Sabbath. Ma questo non impedisce di sperimentare altri lidi
e quindi la loro straordinaria classe va a pescare persino nella psichedelica.
Gran lavoro da parte del chitarrista Martin Ainscow ed ottima l’interpretazione
di Sean Canning, il 45 si intitola “Spiritual Placet”
(Greenwood-1981) ed è veramente valido.
TYTAN- Piccolo supergruppo durato l’attimo di un lp sono formati
dagli ’ex Angel Witch Dave Dufort e Kevin Riddles, dal futuro
cantante dei Lion Kal Swaan, e da Garry Owen e Steve Mann (ex chitarrista
dei Wild Horses). Classico Heavy Metal alla R.J. Dio tanto per intenderci,
“Blind Men And Fools” (Kamaflage-1982) lascia un buon
segno.
BITCHES SIN- L’EP 12” “No More Chances” (Bitches
Sin 1983) segna all’incirca la fine di questo immenso movimento
inglese, proprio come dice il suo premonitore titolo. Disco adatto
a tutti coloro che preferiscono atmosfere Gothic Metal e che vivono
la loro esistenza psicologica nelle oscurità.
E per finire in bellezza ecco una rapida carrellata di altri singoli
interessanti:
GASKIN- “I’M No Fool” (Rondelet Music & Records-1981),
WHITE SPIRIT “Back To The Grind” (Neat Records-1980),
PARALEX “Paralex” (Reddingts Rare Records-1980), WOLF
“Head Contact” (Chrysalis-1982), CLOVEN HOOF “The
Opening Ritual” (Elemental Music-1982), WITCHFYNDER GENERAL
“Soviet Invasion” (Heavy Metal-1982), SILVERWING “That’s
Entement” (Mayhem-1882), CRUCIFIXION “The Fox” (Miramar-1981),
TORA TORA “Red Sun Setting” (Mancuni Metal-1980), MEGATON
“Aluminum Lady” (Hot Metal-1981), GEDDES AXE “The
Return Of The Gods” (ACS-1981) e FIST “Name, Rank &
Serial Number” (Neat-1980).
Nel 1984 finisce il boom della NWOBHM ma quello che ne rimane è
un alone sonoro ben definito che aleggia tuttora in qua ed in là
nei lavori moderni e come per il Rock Progressive possiamo dire che
in verità anche l’Heavy Metal non è mai morto.
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