All
In Time è il debutto discografico per questa band svedese che
ha già avuto l'onore di supportare artisti come Bruce Dickinson,
Helloween e Aces High.
Il gruppo propone un prog metal moderno, privo di tecnicismi inutili
e per questo più concreto. I punti di riferimento sono il gusto
nordico per la melodia e certe intuizioni metalliche vicine agli Ark
senza raggiungerne il livello. Siamo molto lontani, invece, dalla
scena nordica più sperimentale degli Anekdoten e Landberk.
I terreni sicuri su cui il gruppo si muove sono il limite maggiore,
ma il sound fresco del gruppo può preludere a future sorprese.
"All In Time" apre il CD, una track in apparenza semplice
e diretta, ma che nasconde strutture tutt'altro che scontate, "I
Want More" è ancora metal piuttosto diretto ed efficace,
con un buon riffing e promettenti melodie vocali. "Here We Are"
è un brano un po' più personale e meno scontato dei
precedenti, con un giro ritmico avvolgente e ipnotico, carico di mistero
e di tensione. "Seventeen Years" mi sembra un brano abbastanza
inutile, il refrain è molto anonimo mentre il riffing è
più interessante, ma fuori contesto. "The Diary of a Stranger"
è una suite in quattro parti la prima è incantevole
e mixa con efficacia parti acustiche e elettriche, la parte centrale
gioca con ritmi più complessi ed atmosfere molto epiche, con
elementi moderni che si innestano in strutture tipicamente metal,
la quarta parte, stranamente, è in chiusura dell'album. "Rain"
è un'altro brano torrido e sofferto. "It's Too Late"
è uno dei brani più potenti e cattivi del CD, che comunque
possiede una spina dorsale molto heavy. "The End is Near"
è un brano apocalittico molto pesante ed epico. La parte finale
di "Diary" chiude in bellezza un CD molto interessante ad
opera di una band che deve trovare la propria maturità, ma
che sta dimostrando di avere ottime prospettive. GB
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