Con questo nuovo lavoro gli italiani Highlord dimostrano un maggiore
affiatamento ed una migliore maturazione artistica rispetto ai lavori
passati. Confermato il vocalist Andrea Marchiso, proveniente dai Desdemona,
ci propongono un disco carico di influenze stilistiche differenti,
provenienti da ogni genere. La trama sonora è dettata da un
Power Metal di facile presa, con refrain che si lasciano ascoltare
piacevolmente grazie alla loro melodia.
Le tastiere di Alex Muscio arricchiscono non poco “Medusa’s
Coil”, cedendogli delle spruzzate di classicismo e qualche volta
di Progressive. Ma non fatevi ingannare da quello che vi sto dicendo
perché sempre di Power stiamo parlando e per fare meno confusione
andiamo allora ad analizzare ogni singolo brano.
“Medusa’s Coil” mette subito a nudo la tecnica del
quintetto, oltre alla bella voce di Andrea. Imponente il lavoro ritmico
con doppia cassa da parte di Luca Pellegrino e del basso di Diego
De Vita. Ovviamente come brano d’apertura non può esimersi
dal proporre la classica intro tastieristica d’atmosfera e noi
ne prendiamo felicemente atto. In “Far From The Light Of God”
si riscontrano influenze più americane, riconducibili quasi
ai primi Queensryche di Geoff Tate. La ritmica rallenta ma sa farsi
apprezzare nei suoi importanti stacchi di tempo. Nuovamente da sottolineare
il refrain molto melodico, ma questo se mi consentite è il
genere stesso che lo richiede. Nulla di nuovo quindi, ma quando la
chitarra di Stefano Droetto parteè proprio un piacere per le
nostre orecchie.
Con “Dancing With Destiny” il gioco ritorna duro, la massiccia
introduzione lascia presagire questo ed altro. E’ tutto l’insieme
che convince, questo cavallo imbizzarrito è domato dalla voce
di Andrea, ancora una volta perfettamente a suo agio. Molto bello
il momento centrale dettato da un intervento pianistico d’effetto.
A questo punto bisogna tirare il fiato e gli Highlord lo sanno, spezzando
il cd con una ballata dalla melodia sdolcinata dal titolo “Where
My Hero Lies”.
Nulla di nuovo per le nostre orecchie ma per lo meno è una
tregua.
Ma quando meno te l’aspetti ecco la sorpresa, si chiama “Moonseas”.
Qui ci trovi gli Highlord che non ti aspetti, dopo tanto Power ecco
del buono e sano Metal Prog alla Dream Theater! In questi territori
si muovono sicuramente meglio, che forse sia questa la strada futura
da intraprendere? Doppia cassa, numerosi cambi di tempo e molta melodia
per la gioia degli amanti del genere.
Per confermare le differenti influenze a cui facevo riferimento all’inizio,
ecco arrivare “Your Story Too” con Andrea che questa volta
imposta le timbriche alla Bruce Dickinson. E per finire? Un bel pugno
in faccia con la massiccia e tetra “The Hand Of God”.
Il Death Metal fa capolino fra le parti vocali e chiude “Medusa’s
Coil” in modo più che degno.
Molta carne al fuoco dunque e anche se non si grida al miracolo (ammesso
che lo si cerchi) ci troviamo fra le mani un disco piacevole e scorrevole.
Highlord, coinvolgenti. MS
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