La
storia di Dan Hicks è vecchia quasi quanto quella del rock,
due soli riferimenti: il suo primo disco risale al 1969; ha recentemente
prestato una sua chitarra una Gibson del ’56 a Jimmy Page per
le registrazioni del suo prossimo album!
Viso da simpatica canaglia, ricorda molto il Clark Gable di Via Col
Vento, ha uno stile chitarristico indirizzato verso il jazz e in questo
disco propone quattordici brani a base di swing, rock e qualche pennellata
di folk, con una classe che affascina oggi come ieri.
Altra segnalazione riguarda i comprimari che hanno prestato il loro
contributo all’album: Willie Nelson, Jimmy Buffett, Van Dyke
Parks e Gibby Haynes, il leader dei Butthole Surfer. Non si tratta
di nomi noti ai più giovani, ma sono musicisti di grande fama.
Questo disco non è certo adatto a chi cerca emozioni forti,
ma vuole offrire un ora di sano svago con una musica divertente e
impegnativa al tempo stesso. Quattordici brani molto vari che hanno
come unico comune denominatore l’innata abilità di Dan
a raccontare storie profondamente americane, tra un cabaret e un ritrovo
lungo le rive del Mississippi. Non è il sogno americano che
si fa musica, è piuttosto la vita presa con buonumore, senza
nascondere la realtà, ma anche senza esserne travolti.
Hicks è sicuramente un idealista e questo disco è pura
utopia eppure è anche così piacevole da sembrare vero,
almeno per un’ora. GB
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