Gli Halloween
sono una delle migliori band di prog in circolazione. In attività
fin dai primi anni ottanta hanno sviluppato un sound sempre più
personale e ricercato. Le Festin è il loro quinto album e si
presenta subito come un lavoro personale e complesso, un crocevia
fra gli inarrivabili Van Der Graaf Generator e la scena svedese, con
Anekdoten e Landberk in testa. In altre parole la tradizione coniugata
con le nuove frontiere del prog.
Il cantato in francese può non piacere a qualcuno ammalato
di anglofonia, ma il risultato è tutt'altro che mediocre. Poesia
e dramma convivono in una cacofonia folle e spietata, così
le prime due tracce "L'Autre" e "Le Retour du Buffon"
mostrano subito la grandezza visionaria di questo gruppo. Il violino
indemoniato di Jean Philippe Brun in certi momenti ricorda gli High
Tide e le ritmiche serrate diventano un vortice irreale. Non da meno
il chitarrista Stéphane, che regala interventi mirati, ma azzeccati,
mentre il tastierista Coppin appare come il vero leone del gruppo
essendo anche l'autore di quasi tutte le musiche.
"Neurotic" inizia con un pianoforte romantico, ma la musica
presto si decompone in frammenti spettrali come la follia. "Shererazade"
è una suite densa di sapori etnici mediterranei, di inebrianti
profumi orientali, un brano stupendo dove l'immaginazione conta più
della realtà, sicuramente l'apice compositivo del presente
CD. Ma gli incantesimi del gruppo non sono finiti e "Araignée"
ci regala altre emozioni incantevoli. "Le Festin" è
un brano dalle armonie e dai ritmi complicati, che si sviluppa a cerchi
concentrici, fino a diventare avvolgente come un serpente costrittore
con un finale a sorpresa, molto divertente il testo. "Carnage"
chiude in bellezza il disco, un capolavoro che non deve mancare nella
discografia di ogni vero amante del prog. GB
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