I
tedeschi Geyers sono la conferma di quanto il genere folk celtic metal
con divagazioni medioevali sia popolare in Germania, terra in cui
c’è un vero culto anche per Mr. Blackmore e gentile signora.
Non a caso i nostri hanno suonato con i due menestrelli in “Under
a Violet Moon” e Ritchie ha ricambiato il favore dal vivo suonando
un assolo immortalato in Geyers Live ’99 nella track “Goettliche
Devise” e compare anche nella traccia “God’s Gospel”
di questo nuovo album suonando sia la ritmica che la solista.
Molto medieval celtic folk viene dal gothic altro viene dal metal,
ma i Geyers si rifanno direttamente alla tradizione rock settantiana,
quindi nella loro musica c’è molto spazio per partiture
che si aprono a lunghe parti strumentali, ottime come basi per improvvisazioni
e jam sessions. Un solido impianto hard rock è la struttura
su cui vengono inserite le partiture celtico medievali, con una chitarra
elettrica spesso in bella evidenza. Si potrebbe immaginare un mix
di Jethro Tull, Deep Purple e Blackmore’s Castle ed ecco il
magico sound dei Geyers che prende vita.
Molto rock l’iniziale “Lasterzungen”, mentre “God’s
Gospel” è un brano rifatto anche dai Blackmore’s
Night, anche in questo caso siamo in un territorio più rock,
ma il risultato è anche molto più epico rispetto al
trattamento di Ritchie e signora che è più poetico,
esaltante! Molto particolare e insolita “Karmeliter”,
col suo incedere lento e solenne. Il lato celtico deflagra nella trascinante
“Allan Yn Y Fan”, che sembra una jam session fra i Chieftains
e i Deep Purple. Sono molti i brani che vorrei citare dei tredici
proposti, ma lo spazio stringe, quindi concludo dicendo che la cosa
che mi è piaciuta di più di questo gruppo è l’originalità.
Il rock medieval celtico oltre ad essere divertente ha anche un valore
culturale storico che non è da sottovalutare. Tradizione e
piacere si uniscono per una proposta che merita tutta la nostra attenzione.
GB
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