Da
oltre dieci anni i G.O.D. si sono imposti come una delle più
importanti e serie realtà nel gothic rock di stampo esoterico
e occulto, con citazioni e messaggi che vanno in profondità,
che non sono richiami messi qua e là tanto per attirare i "curiosi",
ma che sono vere e proprie scelte di campo. In questo si rifanno in
particolare all'esperienza dei Christian Death di cui ne continuano
l'operato in modo autorevole.
Questo nuovo album è il nono in studio ed è la prima
parte di due, la seconda dovrebbe uscire in autunno di ques'anno.
Entrambe i lavori si basano su un testo apocrifo (gli Apocrifi sono
dei libri profetici dell'Antico e Nuovo Testamento che le gerarchie
religiose, sia ebree che cristiane, non hanno riconosciuto come ispirati
da Dio) intitolato il Libro di Enoch.
Purtroppo il gruppo diffonde delle informazioni distorte in quanto
affermano che questi libri sono tenuti volutamente nascosti, mentre
sono facilmente acquistabili in tutte le librerie, anche in quelle
"ecclesiali", secondo affermano che il motivo del loro occultamento
sia la "pericolosità" di questi libri, mentre invece
il motivo della loro "esclusione" dalla Bibbia dipende dal
fatto che non sono riconosciuti come "ispirati", ad esempio
fra questi libri c'è anche il Vangelo di Pietro. Queste precisazioni
mi sembravano doverose, per fare un po' di corretta informazione,
visto che il disco in questione non si limita a diffondere contenuti
esclusivamente musicali.
Ma venendo alla musica, che è l'aspetto che ci interessa di
più, non si può non riconoscere ai G.O.D. di essere
artisti molto ispirati ed efficaci. L'album parte con un messaggio
quaresimale del Papa che introduce "This Priesthooh", una
song acida e tribale di grande efficacia, anche se i riferimenti ai
Bauhaus e ai già citati Christian Death sono molto evidenti.
"Northern Skies" ha dei ritmi più ballabili che ricordano
i Joy Division, siamo in pieno eighties revival, il periodo più
creativo del goth rock. "Lost Eden" è una ballata
triste molto evocativa. "From the Ashes of Angels" è
un lento cupo e dannato, con un giro di basso incantato. "Northern
Skies I" è il remix del refrain del brano precedente condito
da molti effetti elettronici molto adatti al contesto perverso del
brano. "Shemyaza" inizia con una suadente chitarra acustica
che lancia la sezione ritmica tribale, mentre resta forte l'impronta
dark wave. "An Angelic War in Heaven" inizia con un altro
sermone, stavolta di tipo evangelico, e introduce un lento apocalittico
in stile minimalista caro ai Death In June. Chiude "Dead Sea
Scrolls", i suoni tornano ad essere acidi e sguaiati, cupi e
apocalittici, con una ritmica lenta molto doom.
I G.O.D. fanno del goth oscuro come si deve, non troppo originale,
ma di grande effetto, senza accodarsi alle mode del momento. GB
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