Ci
sono decine di cloni dei King Crimson o dei Genesis, ma sono pochi
quelli che si avventurano sulle orme dei geniali Van Der Graaf Generator
di Peter Hammill, la mia formazione prog preferita. I Gap Party hanno
scelto proprio i VDGG e già questo è un gran merito.
Il gruppo è composto da Alessandro Pierini, un polistrumentista
che suona la chitarra acustica, il doppio basso, il violoncello, le
tastiere e canta pure, Nic Hepbourn si occupa della chitarra elettrica
e Fabrizio Federighi del basso, ma troviamo anche il contributo di
altri dieci ospiti.
Il cd è composto da sette composizioni originali e da un doveroso
tributo, “Afterwards”, al gruppo di Hammill. Del gruppo
albionico prendono il lato più morbido, sognante e poetico,
trascurando per lo più quello selvaggio e viscerale. Le traccie
ricalcano la forma delle ballate oniriche e un po’ stralunate,
in questo senso avrei preferito qualcosa di più robusto, ma
il gusto dei Gap Party è sopraffino e ricorda per certi versi
anche certe cose del più recente pop inglese di qualità,
mi riferisco a Coldplay e Radiohead. Quindi in questo cd non si guarda
solo al passato, ma anche al presente.
Il passato serve come preziosa fonte d’ispirazione, come guida
nel caos dei generi e delle mode, mentre il presente serve per proporre
un disco che può parlare anche ai più giovani, del resto
i VDGG erano avanti di decenni rispetto a tanti gruppi coevi e per
questo non furono nemmeno valutati per il loro effettivo valore. GB
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