Rock Impressions

Forever Slave FOREVER SLAVE - Alice's Inferno
Armageddon Music

Dalla Spagna arriva questa nuova sensazione gothic metal sinfonico, una band che si innesta in un genere sempre più inflazionato, ma che è ancora capace di riservare delle sorprese. La formazione a sette comprende, oltre alla strumentazione classica con due chitarre, tastiere, basso e batteria, anche un violinista, mentre le vocals sono divise fra la suadente e delicata Lady Angellyca e il cantato black del tastierista Leal. La presenza del violinsta lascia libero il tastierista di occuparsi di altre parti e del cantato appunto e insieme creano un tappeto sinfonico di grande atmosfera.

Il disco si bana su un concept orrorifico che si innesta a meraviglia con il genere musicale, una storia che prende spunto da due capolavori della letteratura come l’Inferno di Dante e Alice nel Paese delle Meraviglie, parafrasati nelle disavventure di una bambina che perde la famiglia e resta schoccata, del suo viaggio interiore per scoprire e capire cosa sia veramente accaduto. Un concept allucinato che condurrà l’ascoltatore in un labirinto di emozioni contrastanti.

Lo stile del gruppo non è di per se particolarmente innovativo, ma la band da prova di una coerenza musicale di spessore e propone un songwriting fresco e accattivante. Ingredienti robusti che pongono in primo piano questa release. Fin dai primi brani su assapora un gusto per le melodie che si sposa con un’aggressività elargita a piene mani, “Lunatic Asylum” e “Reminiscences” scorrono veloci investendoci con un muro sonoro potente. “In the Forest” è più romantica e teatrale con un bel giro di tastiere e delle belle parti vocali. “Equilibrium” è preceduta da un intro spettrale, poi entra un metallo crudo e cadenzato nel migliore stile goth metal. “The Circles of Tenebra” è un gradino ancora più in basso nella discesa verso l’inferno di Alice, un brano veloce con un’ottima ambientazione funerea e lugubre. “Dreams and Dust” e “Aquelarre” sono mid tempo che dal vivo devono essere piuttosto trascinanti, anche se il cantato di Angelyca ripete un po’ gli schemi dei brani precedenti. Discreta anche l’ambientazione goth di “Across the Mirror”, una sintesi convincente fra le tensioni teatrali del genere e la musicalità tipica dell’heavy metal. Si chiude in bellezza con “Tristeza” e “The Letter”, due brani intensi che suggellano un disco rivelazione.

I Forever Slave arrivano con un po’ di ritardo, ma hanno le carte in regola per conquistarsi subito un posto nel nostro cuore. GB



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